Crisi di governo, disco rotto anche a Pasqua. Salvini, Toninelli & co dicono…nulla

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 21 Aprile 2019 - 09:51 OLTRE 6 MESI FA
Crisi di governo, un disco rotto anche a Pasqua. Salvini, Toninelli & co dicono...nulla

Crisi di governo, disco rotto anche a Pasqua. Salvini, Toninelli & co dicono…nulla (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Quella della crisi di governo è una tarantella che non ci risparmia nemmeno a Pasqua. Un ballo che ha il sapore del disco rotto: Salvini ripete che non sarà lui a far cadere il governo. Toninelli ripete che Siri (sottosegretario leghista indagato per corruzione) si deve dimettere. Centinaio ripete (a nome della Lega) che M5s la deve finire di attaccare o si torna al voto.

Niente di nuovo, molto di vecchio, tante parole per non aggiungere nulla rispetto a quanto già detto, ribadito, confermato o smentito negli ultimi giorni. Tanto, si sa, questo governo durerà almeno fino alle Europee. E non è detto che il voto lo ribalti, anzi. Ci sono maggiori probabilità che sia la prossima Manovra a far saltare il banco. Comunque sia, a Pasqua non mancano le interviste dei rappresentati dell’esecutivo sui principali quotidiani nazionali.

Salvini: “Non farò cadere il governo”. 

Far saltare il governo? “Non ci penso neanche. Ho, anzi abbiamo, ancora troppe cose da fare”, ribadisce il leader della Lega, Matteo Salvini, che, intervistato da QN, aggiunge: “Mi auguro che qualcuno non voglia far saltare il tavolo per interessi di partito. Io non ho intenzione né di andare a votare prima del previsto, né di tornare al passato”.
“Io – afferma – non rispondo alle provocazioni. E ai miei ho detto di fare altrettanto. Di abbassare i toni. Certo che se personaggi come Fico mi danno del fascista e del razzista…”. La sua pazienza ha un limite? “Per adesso porto pazienza”.

Salvini torna poi sull’inchiesta che coinvolge Siri: “Rispetto la magistratura che indaga, ovviamente. Ma stiamo parlando di un’ipotesi di presunti soldi promessi per un emendamento che non c’è mai stato”, e quanto alla richiesta da parte del M5S di dimissioni “vorrei intanto ricordare che in un Paese civile ciascuno è innocente fino a prova contraria. E pretendere le dimissioni all’inizio degli accertamenti della magistratura non è da Paese civile. Se così non fosse, perché la Raggi non si è dimessa quando è stata indagata? È rimasta sotto indagine per due anni, poi è stata assolta. E se si fosse dimessa?”.

È vero – gli viene chiesto – che il ministro Bongiorno sta lavorando a una riforma del reato di abuso di ufficio? “Sì.
Quello è un reato in cui rischia di cadere chiunque abbia una responsabilità di gestione. Ma lei sa quanta fatica facciamo a trovare dei candidati sindaci? Tutti hanno paura di finire sotto indagine per qualcosa”.

Toninelli: “Siri si deve dimettere”.

“La sospensione delle deleghe non è un atto contro Siri, ma a tutela delle istituzioni e persino a salvaguardia del suo diritto di difesa, dato che l’indagine tocca anche le funzioni da sottosegretario. Dopodiché, sarebbe auspicabile che si difendesse da semplice senatore, è una questione di opportunità politica”. Così il ministro Danilo Toninelli, in un’intervista al Corriere della Sera.

“Il lavoro di squadra è fondamentale” – replica a Salvini, che gli aveva detto che il ritiro delle deleghe è un errore perché ha ‘bisogno di aiuto’ al ministero delle Infrastrutture – ma “ogni componente della squadra deve essere in grado di lavorare serenamente per dare risultati, garantendo un servizio ai cittadini privo di ogni possibile ombra”. A Siri augura “di poter dimostrare in fretta la propria estraneità ai fatti contestati. Siamo però di fronte ad addebiti molto gravi su cui il Movimento 5 Stelle, in termini politici, non fa sconti a nessuno, nemmeno al proprio interno. Chi ricopre incarichi pubblici deve fare in modo di dissipare ogni ombra”.

Come può andare avanti il governo se i rapporti sono così deteriorati? “Si va avanti lavorando in modo collaborativo sul contratto di governo che i cittadini ci chiedono di realizzare nei prossimi quattro anni”, conclude.

Centinaio: “M5s smetta di attaccare la Lega o si torna al voto”.

Le accuse dagli alleati M5S? “Lo fanno scientificamente, è vero. Ma a loro dico: confrontiamoci sulle cose fatte o da fare. Smettetela di giocare con il fuoco. Se un giorno capita a voi, a quel punto cosa fate?”. Lo dice il ministro Gian Marco Centinaio, intervistato da Repubblica.

“Voglio pensare – aggiunge – che quello che sta accadendo è anche frutto di una tripla campagna elettorale per Europee, Regionali e comunali. Una miscela esplosiva”. “Non vedo l’ora che arrivi il 27 maggio per capire se è possibile smettere di litigare”. E “se non riusciremo a smettere di litigare dovremo ammettere di aver sbagliato”, afferma.

L’esponente della Lega parla dell’inchiesta su Siri: “Ci potremmo trovare tutti in una situazione del genere, con il signor Rossi che dice al telefono al signor Bianchi che Centinaio ha preso una mazzetta. Porca miseria, dovrei dimettermi?”, “Ci fosse un bonifico, un’intercettazione di Siri, allora sarei il primo a chiederne le dimissioni. Ma non c’è nulla. Anzi, c’è quello che ha fatto Toninelli. Non avrebbe mai dovuto togliere le deleghe a Siri. Ha creato un precedente enorme. Domani potrebbe capitare a chiunque. Potrebbe capitare a Toninelli”.

A chi chiede se Arata abbia finanziato la Lega risponde che “questi veleni li respingo al mittente. Che noi non abbiamo mai messo in dubbio la modalità con cui si finanzia il Movimento e i suoi rapporti con la Casaleggio associati. Molti lo hanno fatto, parlando di quell’azienda privata. Non noi, mai”. (Fonti Qn, Corriere della Sera e Repubblica).