Crisi, Napolitano rientra per vedere Berlusconi. Consiglio dei ministri al 16 agosto

Pubblicato il 11 Agosto 2011 - 10:25 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La situazione dei mercati è seria, la terra ci sta franando sotto i piedi e bisogna fare in fretta. Anche il 18 agosto potrebbe essere troppo tardi per varare le misure anticrisi per decreto. E allora si anticipa il Consiglio dei ministri straordinario al 16 agosto. Tutto in attesa del discorso di Giulio Tremonti che prenderà la parola alle 11 davanti alle commissioni parlamentari per illustrare la strategia anti-crisi.

L’aria è pesante e il clima frenetico nei palazzi del potere. Il Capo dello Stato e il governo hanno intenzione di accelerare i tempi. Napolitano, in vacanza a Stromboli, rientrerà in giornata a Roma per incontrare alle 17.3o il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il sottosegretario Gianni Letta. Il decreto legge sulle misure anticrisi chieste all’Italia dalla Banca centrale europea sarà anticipato al 16 agosto (inizialmente la data prevista era quella del 18). In vista dell’approvazione del provvedimento, i rappresentanti dell’esecutivo incontreranno venerdì Regioni e Province per discutere dei tagli agli enti locali.

Il tutto dopo che mercoledì dal vertice governo-parti sociali è uscito solo del fumo. Nell’ennesimo giorno nero dei mercati, presidente del Consiglio e ministro dell’Economia sono usciti dal vertice con le parti sociali tentando di rassicurare. Le dichiarazioni sono quasi tutte tendenti all’ottimismo e al fare. Tremonti spiega che bisogna “ristrutturare la manovra” e che il pareggio di bilancio, sia sulla Carta sia nella matematica dei conti pubblici, ci sarà entro il 2013. Ma non dice come. Berlusconi, invece, ammette che “i fatti accaduti dopo il primo incontro tra governo e parti sociali, dello scorso giovedì, costringono a riflettere insieme”.

Saggia intenzione, solo che per pensare non c’è più tempo. Lo deve aver pensato anche Giorgio Napolitano, che in un continuo pressing, avrà fatto capire a Berlusconi e ai suoi che non c’è tempo per tentennare.

D’altronde le critiche alla lentezza del governo erano già arrivate, mercoledì, da Confindustria e sindacati. Emma Marcegaglia dice: “Non ci hanno detto nulla di quello che vogliono fare davvero. Nella riunione di oggi – ha detto Marcegaglia – il governo ci ha comunicato che il 16 o il 18 agosto ci sara’ un Consiglio dei ministri che varera’ un provvedimento urgente, e non ci ha anticipato nei dettagli il contenuto di questi provvedimenti”.

“Abbiamo tutti condiviso – ha spiegato ancora Marcegaglia parlando sempre a nome di tutte le sigle di imprese e sindacati – che questa manovra deve essere di rigore ed equità, quindi con un chiaro taglio ai costi della politica ed alla articolazione complessa e costosa dello Stato, e ci devono stare principi nella logica dell’equità, come sulla tracciabilita’ dei pagamenti, perche’ e’ giusto che la lotta all’evasione fiscale sia in questo momento forte e chiara”. Servono poi ”misure di sostegno alla crescita, quindi liberalizzazioni, privatizzazioni, infrastrutture, semplificazioni e efficienza della pubblica amministrazione”.

Quanto al nodo della riforma del mercato del lavoro, la leader degli industriali spiega: ”Abbiamo tutti sottolineato che deve essere di totale, unica e esclusiva disponibilita’ delle parti, e abbiamo deciso che ci incontreremo tra noi presto”.

Ancora più dura è Susanna Camusso che, a conti fatti, non esclude lo sciopero generale: “Se lo schema della manovra, cosi’ come lo leggiamo dai giornali, verra’ confermato nel decreto proseguiremo la mobilitazione per cambiarla, senza escludere lo sciopero generale. Tempi e modi li decidera’ l’organizzazione”.

‘Noi abbiamo detto che non si può fare una manovra se non in totale equita’, devono pagare coloro che nella manovra precedente non l’hanno fatto”, ha spiegato Camusso. Quindi, ha aggiunto, rispondendo alle domande dei cronisti, che ”se non sara’ all’insegna dell’equita’ ci sara’ una mobilitazione”. E, a riguardo, ha sottolineato: ”Vedremo quali saranno i provvedimenti, se lo schema della manovra sono le anticipazione che sono apparse sui giornali, di cui il governo non ha parlato ma che non ha nemmeno smentito, credo che non ci sia altra risposta che lo sciopero generale”. Quindi una stoccata al governo: ”L’incontro non è stato all’altezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria”.