Crisi, Napolitano: “Vanno risanati i bilanci. Ma la via non sono i tagli alla Cultura”

Pubblicato il 23 Novembre 2010 - 12:07 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

La crisi economica internazionale ”ci impone di ripensare molte cose in Italia e in Europa, anche per come siamo cresciuti finora, spesso al di sopra delle nostre possibilità nei Paesi ricchi, ricchi nel contesto mondiale, per quanto segnati a loro interno da squilibri e iniquità”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale il mondo del cinema e dello spettacolo in occasione della consegna dei premi De Sica al Quirinale.

Il Capo dello Stato ha osservato che ”il mondo è cambiato e non ci sono sconti e via d’uscita indolori per Paesi (ad esempio dell’Eurozona, come stiamo vedendo) che hanno conosciuto un’illusoria, troppo facile crescita negli scorsi decenni”.

I tagli alla cultura. ”Non troveremo le nuove vie per il nostro sviluppo economico e sociale attraverso una mortificazione della risorsa di cui l’Italia è più ricca: la risorsa cultura nella sua accezione unitaria”, ha detto il presidente della Repubblica. ”Adoperiamoci – ha aggiunto – perché di ciò si convincano tutti e perché se ne traggano le conseguenze”.

Il Capo dello Stato inoltre ha chiesto una “approfondita riflessione sui problemi dello spettacolo e del suo finanziamento pubblico”.

La revisione della spesa. ”Le sfide attraverso cui passerà il futuro dell’Italia richiedono revisioni rigorose nella spesa pubblica”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando della crisi economica internazionale e del carico del debito pubblico che pesa sui conti italiani in occasione della consegna dei premi De Sica.

Il capo dello Stato ha sottolineato che ”dobbiamo discuterne seriamente e trovare nuove vie per il nostro sviluppo economico e sociale”. Scelte, ha concluso, che non possono mortificare la cultura perche’ comprometterebbero il nostro sviluppo”.

La riduzione del debito. Giorgio Napolitano chiede una riflessione per assicurare risorse al mondo della cultura. Ma subito dopo aggiunge che ”dobbiamo fare i conti con una riduzione, cui non possiamo sfuggire, del nostro debito pubblico”. Dobbiamo farlo, spiega, ”nell’interesse soprattutto delle nuove generazioni, sulle cui spalle non abbiamo il diritto di scaricare il simile peso”.

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