Crolla la fiducia nelle istituzioni: premier e Bersani perdono consensi

Pubblicato il 18 Settembre 2011 - 11:06 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gli italiani non si fidano delle istituzioni: non solo il premier Silvio Berlusconi ed il centrodestra perdono consensi, ma anche il centrosinistra e il leader del Pd Pier Luigi Bersani, che vede una diminuzione del 9 per cento in un mese nel consenso degli elettori. Se l’istituzione più amata rimane il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che dai sondaggi Ispo del Corriere mostra una debole erosione, la sfiducia degli italiani cala dell’11 per cento per la magistratura, per l’Unione europea e per i partiti politici.

Scende del 9 per cento la fiducia nella Rai, del 13 per cento quella nei sindacati e ben del 17 per cento quella nel Parlamento, mentre si attesta a meno 5 per cento il consenso nella Chiesa cattolica.  Maggiormente colpito dal crollo della fiducia è il premier Berlusconi, con un calo del 7 per cento, ed anche Bersani perde in popolarità, subendo gli effetti dello scandalo che ha investito Filippo Penati, scandalo che ha creato un clima di mal disposizione nei confronti dell’intero Pd.

“Anche il Pd, come gli altri partiti, è coinvolto nell’affarismo in politica” secondo la maggioranza degli italiani, mentre solo un quarto dei cittadini ritiene che le ipotesi di reato formulate dalla magistratura costituiscano “un caso isolato e non coinvolga il Pd, né mini l’immagine del partito”.

Il caso Penati ha interessato non solo l’opinione pubblica, ma anche l’interno dell’elettorato del partito, in cui si è insidiato il mal contento che ha creato un clima sfavorevole per l’opposizione. E’ infatti l’80 per cento degli elettori della maggioranza a pensarla così, ma ancor più preoccupante è che ha condividere tale opinione siano il 27 per cento degli elettori di Bersani, il 51 per cento di Sel ed il 57 per cento dell’Idv.

Il clima di sprofonda sfiducia travolge dunque sia il centrodestra che il centrosinistra e mostra quanto gli elettori italiani siano disorientati dall’assenza di punti di riferimento in cui riconoscersi e a cui votare la propria fiducia politica, in un momento delicato dettato dalla crisi che ha investito l’Italia, l’Europa ed il mondo intero. Una risposta sarebbe allora d’obbligo dai politici italiani tutti, chiamati a ricostruire una situazione stabile in cui gli elettori possano riconoscersi e attraverso il quale le istituzioni sappiano al meglio gestire e superare la crisi che ha travolto il Paese.