Csm contro Berlusconi: “Denigra e mette a rischio la democrazia”

Pubblicato il 9 Marzo 2010 - 14:32 OLTRE 6 MESI FA

“Episodi di denigrazione e di condizionamento della magistratura e di singoli magistrati sono del tutto inaccettabili perché cosi si mette a rischio l’equilibrio stesso tra poteri e ordini dello Stato sul quale è fondato l’ordinamento democratico di questo Paese”.

E’ quanto scrive la Prima Commissione del Csm (Consiglio superiore della magistratura) nella pratica a tutela di diversi magistrati accusati da Silvio Berlusconi di agire per finalità politiche.

Il documento, approvato all’unanimità e che sarà discusso mercoledì pomeriggio dal plenum, contiene anche un “un pressante appello a tutte le istituzioni perché sia ristabilito un clima di rispetto dei singoli magistrati e dell’intera magistratura, che è condizione imprescindibile di un’ordinata vita democratica”.

“L’assunto di una magistratura requirente e giudicante che persegue finalità diverse da quelle sue proprie e, per di più, volte a sovvertire l’assetto istituzionale democraticamente voluto dai cittadini costituisce la più grave delle accuse – scrive la Commissione – ed integra, anche per il livello istituzionale da cui tali affermazioni provengono, una obiettiva e incisiva delegittimazione della funzione giudiziaria nel suo complesso e dei singoli magistrati”.

Il “discredito” gettato “sulla funzione giudiziaria nel suo complesso e sui singoli magistrati”, può produrre “nell’opinione pubblica la convinzione che la magistratura non svolga la funzione di garanzia che le è propria, così determinando una grave lesione del prestigio e dell’indipendente esercizio della giurisdizione”.

Facendo proprie le preoccupazioni espresse in più occasioni dal Capo dello Stato, da ultimo nella sua lettera al vice presidente del Csm , i consiglieri affermano che per affrontare “serenamente le auspicate riforme in tema di giustizia è necessario il rispetto tra gli organi Istituzionali, che devono contribuire a garantire un clima sereno e costruttivo”.

“Non é ammissibile una delegittimazione di una Istituzione nei confronti dell’altra, pena – avverte la Commissione – la caduta di credibilità dell’intero assetto costituzionale”. Ed “è indispensabile che non si ripetano episodi di denigrazione e di condizionamento della magistratura e di singoli magistrati”, perché “lo spirito di leale collaborazione istituzionale  implica necessariamente che nessun organo istituzionale denigri liberamente altra funzione di rilevanza costituzionale”.

Pronta la risposta del portavoce del Pdl Daniele Capezzone: “I membri del Csm non devono sorprendersi se tutte le rilevazioni attestano livelli elevatissimi di sfiducia da parte dei cittadini nella magistratura. Prese di posizione come quella di oggi confermano l’opinione di tanti italiani sul carattere sempre più politicizzato di settori della magistratura”.

“C’é da chiedersi – aggiunge – se il Csm non si ritenga, ormai, una sorta di ‘Terza Camera’ titolata a muoversi come soggetto politico. Tutto ciò è assurdo, e sarebbe impensabile nel resto dei Paesi occidentali. Se ci sono magistrati che vogliono fare politica si dimettano dai loro attuali incarichi, si facciano votare democraticamente dai cittadini, e poi avranno titolo per muoversi come soggetti politici. A mettere a rischio la democrazia, semmai, sono proprio coloro che, indossando la toga, parlano come se fossero esponenti di parte o di fazione. Ma ormai, per troppi di costoro, Silvio Berlusconi è un nemico, anzi un’ossessione”.