Daccò ai pm: “Sfruttai la conoscenza personale di Formigoni”

Pubblicato il 27 Maggio 2012 - 12:05 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Formigoni (foto Lapresse)

MILANO – Il 26 maggio Roberto Formigoni aveva detto: “Se dimostreranno che Daccò ha ottenuto dei favori da me per le spese che aveva sostenuto, mi dimetterò”. Il giorno successivo l’Ansa e i principali giornali italiani hanno dato la seguente notizia: Pierangelo Daccò avrebbe detto al procuratore aggiunto di Milano e ai pm di aver “sfruttato la mia conoscenza personale con Formigoni per accreditarmi con i miei clienti”.

Riguardo alla sua presunta attività di intermediario nel settore della sanità, Daccò, scrive l’Ansa, ha precisato che ”Formigoni sapeva che svolgevo questo tipo di attività ma non ho mai parlato con lui di queste questioni”.

Ma Daccò avrebbe precisato anche di avere organizzato in più di un’occasione cene per i partecipanti al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini: ”Prenotavo sempre presso il Meridien circa dieci stanze che poi mettevo a disposizione dei miei ospiti. Inoltre, organizzavo sempre, durante ogni Meeting, una cena presso il ristorante Lo Squero alla quale invitavo circa 50 persone. Tuttavia, spesso tali cene si allargavano anche agli amici dei miei ospiti, per cui vi partecipavano anche 180 persone. Per tali cene, sostenevo spese in ciascuna occasione di circa 18.000 euro”.

Daccò avrebbe precisato che il governatore della Lombardia ”frequenta la mia famiglia da molti anni, per esempio pranza il giorno di Natale con me, mio padre e tutta la mia famiglia”. E alla domanda se prima del 2008 avesse trascorso altre festività con il presidente della Lombardia, Daccò avrebbe risposto: ”Non ricordo, credo un’altra volta, ma ci siamo incontrati direttamente sul posto. Tuttavia – ha aggiunto – non posso escludere che anche durante i capodanni precedenti Formigoni ne abbia trascorso qualcuno in mia compagnia. Posso dire che, negli ultimi anni, ho trascorso sia le festività pasquali che quelle natalizie con Formigoni”

Daccò avrebbe poi raccontato ai giudici che il presidente della Lombardia Roberto Formigoni partecipò ad un viaggio aereo Linate-Nizza il 21 aprile 2011. Per il noleggio dell’aereo, Daccò ha detto di aver pagato 51.750 euro. Alla precisa domanda se Formigoni partecipò a quel viaggio, Daccò avrebbe risposto: ”Sì, partecipò. Siamo andati a Cannes dove si trovava la barca e dove abbiamo dormito e trascorso tutte le vacanze di Pasqua per poi tornare a Milano con lo stesso aereo preso a noleggio”.

Ai pm Daccò avrebbe inoltre spiegato che in Regione Lombardia sarebbe stato indirizzato da Michele Colucci (Psi), ex assessore regionale ai servizi sociali, coinvolto nell’inchiesta Mani Pulite. Daccò ha raccontato che nel 1978 venne avvicinato dall’economo del Fatebenefratelli che gli chiese se poteva verificare lo stato di alcuni pagamenti che l’ospedale attendeva dalla regione. “In Regione – ha precisato – fui indirizzato da un politico, tale Michele Colucci”. Colucci, all’epoca aveva il controllo di cliniche, Ussl e istituti di ricerca a Milano e in provincia e controllava 30 mila voti, per la maggior parte degli immigrati dal sud. Il pm Fabio De Pasquale gli sequestrò un archivio con tutti i nomi. Michele Colucci è fratello di Francesco Colucci ex questore della camera e zio di Alessandro Colucci, attuale assessore in Regione Lombardia.

I rapporti con Alessandra Massei. Al centro dell’interrogatorio di Pierangelo Daccò che ha negato di avere sponsorizzato la sua assunzione alla Maugeri, anche i rapporti con l’ex responsabile della programmazione sanitaria della Lombardia,    ”Io – ha precisato Daccò confermando il suo rapporto di amicizia con la Massei – spiegai a Passerino che la Massei stava finendo il suo incarico per il Fatebenefratelli. Passerino mi disse di essere ben lieto di assumere la Massei. Mi disse ‘falla venire da noi’, anzi aggiunse ‘ne avessimo dirigenti come la Massei. Una cosi’ la prendo tutta la vita”. Daccò avrebbe quindi precisato, scrive l’Ansa, di non essere a conoscenza di una cena organizzata per l’assunzione in Regione di Alessandra Massei, quindi ha spiegato di essersi interessato per l’accreditamento di posti letto in una struttura per anziani e ha negato che di questo si sia interessata la Massei. Infine ha negato di averle dato denaro e ha precisato: ”La famiglia Massei e’ in societa’ con me nelle operazioni in Argentina. I finanziamenti li ho fatti alla societa’ Avenida nella quale siamo soci”.

La replica di Formigoni: “Non cederò al ricatto”. Scrive così il governatore della Lombardia in una lettera aperta diffusa domenica dopo le dichiarazioni di Daccò. Formigoni sostiene che ”probabilmente la pubblicazione illegale di atti” continuerà anche nei prossimi giorni ma si tratta soltanto di atti che non contengono niente di penalmente rilevante ma che ”danno spazio a speculazioni e attacchi politici senza precedenti, infondati, che hanno l’evidente scopo di mirare la credibilità mia e del governo di Regione Lombardia. Dico subito che questi attacchi falliranno come sono falliti finora: non cederò al ricatto”. In un altro passaggio il governatore ribadisce che Daccò non ha avuto ”indebiti vantaggi” dalla Regione Lombardia grazie al fatto di conoscere lo stesso Formigoni e conferma che si assumerà tutte le sue responsabilita’ ”se la stampa dimostrerà il contrario”. ”Ma ciò, mi si creda – conclude – è impossibile, ripeto, impossibile”.

Meeting? Solo tre cene.  ”Le spese al Meeting di Piero Daccò mi riguardano solo molto parzialmente”. Fra quanto il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, intende ”smentire o correggere” dopo la pubblicazione dei verbali dell’interrogatorio di Daccò, ci sono anche le spese sostenute per il Meeting di Rimini, tradizionale appuntamento di Comunione e Liberazione.  ”Ho partecipato a tutte le 31 edizioni del Meeting – scrive il governatore nella sua lettera aperta – e sono stato a colazioni o a cene con centinaia di ospiti; con Dacco’ soltanto 2 o 3 volte in tutto. E basta”. Poi alcune righe per correggere il tiro anche su altre vicende. Primo: ”Mai stato a Rio de Janeiro con Piero Dacco”’. Secondo: ”Le spese attribuite a Dacco’ nei resoconti giornalistici non riguardano certo me o solo me. Ricordo che Piero Daccò è stato in tutti questi anni un imprenditore in campo sanitario soprattutto all’estero (Cile, Argentina, Israele…) con migliaia di rapporti in tutto il mondo”. Terzo: ”51mila euro per un volo da Milano a Nizza come oggi pubblicato??? Questa è una di quelle cifre inverosimili che tolgono ulteriore credibilità al tutto”.