D’Alema, affondo contro Berlusconi: “è il responsabile del degrado della vita pubblica in Italia”

Pubblicato il 5 Settembre 2009 - 09:05 OLTRE 6 MESI FA

Nuovo affondo di Massimo D’Alema al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In un’intervista rilasciata a Maria Terese Meli del Corriere della Sera, l’esponente del Partito Democratico parla di una vera e propria «emergenza democratica».

Lo spunto, per D’Alema, è la vicenda che ha portato alle dimissioni del direttore di Avvenire Dino Boffo: «È un caso che desta grande preoccupazione. Come desta preoccupazione il degrado impressionante della vita pubblica di cui il presidente del Consiglio è il principale responsabile».

Berlsuconi, per l’ex presidente del Consiglio deve anche rendere conto delle sue frequentazioni private evitando di accampare motivazioni di privacy: «È capo del governo ed è ovvio che la sua condotta ha una rilevanza politica soprattutto per il modo in cui egli ha reagito non spiegando i suoi comportamenti, non rispondendo a interrogativi legittimi, il che avrebbe probabilmente chiuso la questione».

Il modo in cui il premier liquida il problema, invece, non va giù a D’Alema: «Al contrario, Berlusconi ha utilizzato il suo potere politico, mediatico e finanziario per perseguitare e colpire le voci critiche. Si è creata una situazione pesante e allarmante: l’episodio del direttore dell’Avvenire segna uno spartiacque. Un qualsiasi giornalista che abbia una notizia imbarazzante o fastidiosa per il presidente del Consiglio sa che da oggi in poi, se la pubblica, è a rischio di pesanti ritorsioni. Al fondo di questa barbarie c’è l’anomalia italiana».

Un anomalia che affonda le sue radici nella questione del conflitto di interessi: «I giornali nel mondo civile controllano il potere. Berlusconi, invece, utilizza gran parte dei mezzi di informazione per controllare quelli che dovrebbero controllare lui e il suo governo».

D’Alema, in ogni caso è critico anche col Pd: «In questo momento si avverte l’assenza di una voce autorevole dell’opposizione. Son fiducioso che, alla fine di questa sofferta e lunghissima discussione interna al Pd, le cose cambieranno».

Per i democratici, però, la soluzione sarebbe dietro l’angolo: «Bersani è un leader autorevole, determinato a costruire un partito e un gruppo dirigente, dopo che si è pensato troppo a lungo che bastasse demolire ciò che c’era per costruire il nuovo».

Infine, D’Alema strizza l’occhio all’Udc di Casini: «Tra loro e la destra c’è una lacerazione. Noi, invece, abbiamo già sperimentato delle convergenze con l’Udc alle amministrative e abbiamo constatato che il suo elettorato ha seguito l’indicazione politica dei gruppi dirigenti di quel partito, dunque non è vero che i nostri elettorati sono incompatibili».