Davide Serra: “Cayman? Bersani non conosce i mercati internazionali”

Pubblicato il 20 Ottobre 2012 - 20:03| Aggiornato il 14 Dicembre 2016 OLTRE 6 MESI FA
Davide Serra: “Bersani non capisce niente di finanza internazionale” (foto Lapresse)

MILANO – Davide Serra va giù duro: “Bersani non conosce i mercati internazionali“. Il finanziere, definito “bandito” dal segretario del Pd (era un attacco a Matteo Renzi, che era andato a cena con Serra), non ci sta e, in un colloquio con Francesco Manacorda de La Stampa, spiega perché, a suo modo di vedere, Bersani sbaglia (lo aveva definito “bandito perché “reo” di avere dirottato fondi alle Isole Cayman).

Spiega Serra: “Mi spiace che un candidato premier, che se mai governerà dovrà attirare i flussi del risparmio gestito globale, dimostri di non conoscere l’abc della finanza, di avere una competenza così bassa su temi così importanti”. Serra ha detto di pagare “regolarmente le tasse in Gran Bretagna”, dove è residente da 17 anni pur mantenendo il passaporto italiano.

Serra conferma a Manacorda che la sua società di gestione del risparmio Algebris abbia sede proprio alle Isole Cayman.

Poi spiega il perché: Per ogni società di gestione del risparmio che voglia attirare investitori istituzionali, è infatti la sua spiegazione, le basi possibili possono essere solo tre: il Lussemburgo, l’Irlanda o per l’appunto le Cayman. Tre Stati nei quali chi investe nei fondi evita la doppia imposizione su eventuali profitti. Così fan tutti, «comprese tante società di risparmio gestito che appartengono ai grandi gruppi bancari e assicurativi italiani» e proprio grazie a quel domicilio in Paesi fiscalmente, diciamo, teneri si avvantaggiano «i risparmiatori, che poi in molti casi sono lavoratori e pensionati».

E da qui Serra parte all’attacco di Bersani. Scrive Manacorda: proprio l’attacco sui paradisi fiscali rivela una mancanza di cultura finanziaria di Bersani che mal si adatta alle ambizioni di chi vuole guidare il Paese: «Il vero problema – è il ragionamento – è che oggi l’Italia ha un debito pubblico pari al 120% del suo Pil. L’unico modo per ridurlo è vendere patrimonio. Ma se Bersani pensa che tutti gli investitori istituzionali siano orchi non so proprio dove troverà qualcuno che compri qualcosa».