De Magistris: “La tessera Idv? Se diventavo segretario…”

Pubblicato il 10 Febbraio 2010 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA

Luigi De Magistris parla al congresso dell'Italia dei Valori

La tessera dell’Italia dei Valori l’eurodeputato Luigi De Magistris la prenderà solo quando avrà un incarico dirigenziale del Partito. Lo ha detto a caldo subito dopo un congresso che lo ha deluso, lo ha ripetuto nella trasmissione “Porta a Porta” il giorno successivo e lo ha ribadito ancora una volta mercoledì 10 febbraio in un’intervista al Corriere della Sera.

“Mi aspettavo che Antonio Di Pietro mi nominasse segretario o almeno alto dirigente” spiega De Magistris commentando i risultati del congresso. Un congresso, quello di Roma, amarissimo per l’ex magistrato: nessun incarico, svolta “istituzionale” di Di Pietro, avvicinamento al Partito Democratico e appoggio a Vincenzo De Luca alla carica di presidente della Regione Campania. Tutte scelte, ad eccezione della prima, dal sapore di “realpolitik”.  Tutte scelte, compresa la prima, che a De Magistris non sono andate giù.

Le parole più pesanti dell’ex magistrato sono per la “pubblica incoronazione” dell’attuale sindaco di Salerno. “Se si porta uno accusato di reati gravi come De Luca – spiega il l’ex pm – a un congresso e lui arriva e racconta la favoletta che ‘con me si va in paradiso’ e ‘abbasso i casalesi’ il tutto senza contraddittorio è ovvio che i delegati che non ne sanno niente applaudono. Ma così si mortifica la storia dell’Idv”.

L’ex magistrato rispedisce al mittente le accuse di “scarso coraggio” per non essersi candidato in prima persona in Campania. “Usciamo da questo provincialismo – spiega – Che serietà avrei mostrato a lasciare l’incarico in Europa dopo essere stato votato da mezzo milione di cittadini?”.

Sulla svolta politica di Di Pietro i toni sono appena più sfumati ma il dissenso c’è e De Magistris non fa nulla per nasconderlo: “Considero sbagliata l’idea di una fusione con il Pd anche se loro restano un interlocutore privilegiato. Ma credo che la nostra architrave debba essere composta da Idv, sinistra plurale, piazze e Grillo”. Insomma tutto quello che Pd non è.

Anche sul suo ruolo all’interno del partito l’ex pm non usa mezzi termini: “Ero e sono disponibile a diventare segretario se me lo chiedesse Di Pietro. Pensavo accadesse al congresso ma non è stato così e non credo neppure sia colpa di Di Pietro ma di resistenze interne. Prenderò la tessera del partito solo quando avrò una nomina”. Su quale siano le “resistenze interne” nessuna precisazione anche perchè, all’interno dell’Italia dei Valori De Magistris non si sente isolato e precisa che il suo intervento è stato “tra i più applauditi”.