Debora Serracchiani: “Governo con Alfano è un incubo”

Pubblicato il 28 Aprile 2013 - 10:37 OLTRE 6 MESI FA
Debora Serracchiani (Foto Lapresse)

ROMA – “Un governo con Alfano è un incubo. Però era l’ultima fermata e non si poteva perdere. Per fortuna non sono parlamentare e non devo votare la fiducia”: Debora Serracchiani, appena eletta governatrice del Friuli Venezia Giulia, non avrebbe voluto vedere nascere un governissimo Pd-Pdl.

In un’intervista a Repubblica racconta la propria reazione davanti alla presentazione dei ministri del governo di Enrico Letta.  “Mi fa un certo effetto un governo Letta con Alfano. Siamo stati su fazioni contrapposte. Devo dire in questo esecutivo ci sono persone che stimo come Mario Mauro. Il fatto poi che ci sia Emma Bonino agli Esteri mi fa così piacere che forse non mi permette ancora di capire lucidamente di quale governo si tratti. Resto dell’idea che, per quanto politico, sia un ‘governo del presidente’ che nasce per intese larghe, al di fuori del passaggio interno ai partiti. Mi dispiace non sia esteso al M5S. È chiamato a mettere in campo delle riforme in tempi certi che guardino alle istituzioni, ma anche ai dati economici con un investimento sulle politiche attive del lavoro. Interessante è avere indicato Enrico Giovannini, ex presidente dell’Istat, che non è un ‘professore’ ma ha una competenza tale da potere individuare le esigenze di un mercato del lavoro irrigidito dalla crisi”.

“Ripeto, mi rendo conto che era l’ultima occasione: o questo governo o le elezioni. Qui, forse per via della vittoria in Regione, abbiamo un diverso respiro, vediamo le cose meno drammaticamente. La botta grossa il nostro elettorato l’ha ricevuta nel week-end del voto per il Quirinale con Marini-Prodi-Rodotà. Credo che dopo quanto è accaduto, ci siamo anestetizzati, almeno io mi sento così. Mi pare che Letta abbia voluto fare un investimento nel rinnovamento. Franceschini è il punto di esperienza. A guardarlo dalla prospettiva del partito, viene meno una intera classe dirigente a cui eravamo abituati. D’Alema, Bindi, Finocchiaro, anche Bersani ormai non ci sono: non è un’abdicazione ma una foto di quello che è successo, una sostituzione storica”.

“Come diceva Bersani, anche se forse non la immaginava così la nuova fase. Può portare alle riforme necessarie. O potrebbe chiudersi drammaticamente lunedì. Dopo il voto su Prodi non so più nulla. quello che è accaduto in quel week-end terribile ha toccato l’affidabilità del partito, vedremo. Immagino che questo esecutivo finisca prima della scadenza naturale per tornare a elezioni che diano forza politica a chi vince. Ci vuole un periodo di transizione per arrivare a impostare bene il congresso». «Non faccio previsioni, stiamo a vedere, sono tempi sconosciuti”.