Denis Verdini a giudizio per il palazzo degli psicologi, ma lui smentisce

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Settembre 2014 - 14:03 OLTRE 6 MESI FA
Denis Verdini rinviato a giudizio. Contributo illecito da casa venduta da Conti

Denis Verdini rinviato a giudizio. Contributo illecito da casa venduta da Conti

ROMA – Denis Verdini rinviato a giudizio per un contributo illecito derivante dalla compravendita di una casa. Una notizia che circola su siti e agenzie da qualche ora ma che viene smentita dal diretto interessato. Secondo l’Ansa, che cita fonti della procura, il senatore Denis Verdini è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Roma per la vicenda legata ad una plusvalenza di 18 milioni di euro nella compravendita di un immobile in via della Stamperia, nel centro della capitale. Con lui, che è accusato di finanziamento illecito, a processo anche Riccardo Conti di Forza Italia.

Secondo la Procura Verdini non ebbe alcun ruolo nella compravendita ma pochi giorni dopo avrebbe ricevuto da Conti un milione di euro. Il processo è stato fissato per il 9 gennaio davanti alla ottava Sezione penale. A processo anche l’ex presidente di Enpap Angelo Arcicasa.

Nel 2011 l‘ente di previdenza degli psicologi acquistò l’immobile per 44,5 milioni di euro dalla società Estatedue srl, amministrata da Conti che poche ore prima l’aveva comprata per 26 milioni di euro. Ad Arcicasa e Conti è contestato il reato di concorso in truffa aggravata. A Conti la Procura contesta anche i reati di finanziamento illecito e omesso versamento dell’Iva per oltre 8,6 milioni di euro nel 2011.

Verdini, in un comunicato, smentisce invece la vicenda:

“Leggo da alcuni siti internet e agenzie di stampa che il mio rinvio a giudizio di oggi sia legato ad una plusvalenza da 18 milioni di euro in merito alla compravendita di un palazzo dell’Enpap in via della Stamperia a Roma. Niente di più falso. Come espressamente affermato nella richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Roma, e confermato dal Gup, mi viene contestato esclusivamente il reato di finanziamento illecito ai partiti, per una vicenda che nulla ha a che vedere con la compravendita in questione, nella quale, come sottolineato chiaramente dagli stessi inquirenti, io non ho avuto alcun ruolo”.

“L’accusa si riferisce ad una penale regolarmente trattenuta per il mancato rispetto di un contratto fra me e il senatore Conti, di natura diversa ed estranea alla vicenda per la quale lo stesso senatore Conti viene rinviato a giudizio.  E’ chiaro che anche l’accusa di finanziamento illecito è del tutto infondata e sono certo di dimostrare nel corso del dibattimento la mia totale estraneità, che d’altra parte è già evidente dai documenti in mano alla magistratura”.