Deputati Pdl dicono no alle impronte digitali alla Camera

Pubblicato il 13 Marzo 2013 - 19:50 OLTRE 6 MESI FA

Niente impronte digitali, il no dei neo deputati Pdl

ROMA  – Niente “impronte digitali” dei deputati del Pdl. Per decisione del loro gruppo, infatti, i deputati del Pdl non hanno rilasciato – all’ufficio della Camera per l’identificazione e l’accredito dei parlamentari – le “minuzie”, ossia la traccia delle impronte digitali, un accorgimento contro i ‘pianisti’ introdotto sotto la Presidenza della Camera di Gianfranco Fini. Una decisione già nell’aria da martedì quando si era diffusa la voce di una loro possibile opposizione alla norma.

E’ stata una decisione del gruppo, e noi siamo tutti bravi ragazzi diligenti”, ha detto Gianfranco Rotondi uscendo dagli uffici di Montecitorio dove sono in corso, fino a martedì, le registrazioni degli onorevoli. Lo conferma anche un altro deputato del Pdl, Paolo Tancredi, senatore nella precedente legislatura ora passato alla Camera, che dice: “La linea ‘antiminuzie’ la ha decisa il gruppo”.

Un altro neoeletto del pdl, Roberto Marti, imprenditore pugliese nel settore degli allestimenti fieristici, spiega che della questione minuzie “noi parlamentari pidiellini ne avevamo già parlato alla riunione alla Camera di Commercio di Milano: io sono sempre stato contrario a rilasciare le impronte e quella riunione mi ha ulteriormente confermato nel mio convincimento”.

Aggiunge un altro ex senatore pdl, Enzo Latronico, ora eletto alla Camera che “dare le minuzie è facoltativo, non è un obbligo: al Senato, poi, questa previsione non c’è mai stata e ho preferito non darle. E’ un atto che si può fare anche dopo, preferisco dare un ‘consenso informato”. Non ha dato le minuzie neanche Raffaele Calabrò, cardiologo, neoletto nel pdl in Campania, e il fedelissimo di Silvio Berlusconi Valentino Valentini..