Di Maio epura complotti e posti lavoro. Sono più di 8 mila e aumentano veloci

di Lucio Fero
Pubblicato il 16 Luglio 2018 - 08:12 OLTRE 6 MESI FA
Luigi Di Maio epura complotti e posti lavoro. Sono più di 8 mila e aumentano veloci

Di Maio epura complotti e posti lavoro. Sono più di 8 mila e aumentano veloci

ROMA – Di Maio epura complotti. Complotti di lobby. Da circa due giorni il Ministro del Lavoro, insieme al Ministro per lo Sviluppo [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play], insieme al vice presidente del Consiglio, insieme al Capo politico di M5S, insomma sempre lui Di Maio appunto, tutti insieme sono a caccia spietata degli autori materiali e mandanti del complotto.  Si cerca la “manina”, la chiamano così, che ha boicottato il Decreto Dignità (con u nome così, come si può dubitarne senza militare tra le forze del male?). E si annuncia si farà “pulizia”. Sì, pulizia tra…

Tra chi? Chi complotta e ha complottato? In un primo momento Di Maio ha detto: le lobby! Le lobby, già, come no. C’è sempre una lobby! Quale lobby? Mica facile dirlo: le lobby, si sa, sono sempre oscure. Altrimenti che lobby sono. Comunque fino a sabato sera le voci e i social M5S puntavano l’indice verso e contro una ostinata sorta di lobby Padoan. Sì, Padoan, il ministro di prima. Nascosti e asserragliati nell giungla impenetrabile della burocrazia del Mef (Ministero Economia e Finanza) come giapponesi che non si arrendono uomini e donne del vecchio regime avvelenano l’acqua purissima delle nuove leggi e decreti. Questa la prima versione del complotto secondo indicazioni M5S.

Poi Di Maio ha corretto, mica facile afferrarle queste lobby. Che poi, a dirla tutta, se stanno al Mef vorrebbe anche dire che chi sta al Mef, insomma Tria. E vorrebbe anche dire che Di Maio vice presidente e Conte presidente controllano…un tubo.

Allora la lobby complottarda è…Berlusconi, Mediaset. Che boicottano il Decreto Dignità perché fa perdere alle loro tv che vivono di calcio la pubblicità delle scommesse sportive. Ma, a parte che Mediaset non ha proprio la più parte del calcio in tv, come fa Berlusconi a infiltrare i suoi agenti segreti, i suoi sabotatori…?

Già, ma dove li ha infilati? Terza versione della lobby complottarda, terzo identikit. Fornito da Di Maio, stavolta per iscritto: non sta al Mef la lobby, tanto meno alla Ragioneria di Stato.

E allora dove? La caccia continua, l’epurazione non avrà esitazioni. Nel frattempo, un passo indietro: cosa ha fatto la lobby del complotto anti Decreto Dignità? Ha scritto che una delle conseguenze di quel decreto è la probabile perdita di 8 mila posti di lavoro all’anno per una decina d’anni filati. E dove l’ha scritto? Nella relazione tecnica che sempre accompagna ogni nuova legge e Decreto. In automatico e per fortuna c’è sempre una relazione tecnica che cerca di prevedere, calcolare effetti positivi e negativi. Poi la politica decide. Ma è dovere istituzionale e interesse pubblico che la politica sia messa a conoscenza dei possibili effetti. Anche e soprattutto quelli non previsti o non voluti.

Solo che la politica, nella fattispecie il Ministro Di Maio e il suo staff, diciamo così si sono dimenticati di leggere la relazione tecnica. Sempre ammesso sapessero che una relazione tecnica esiste, in fondo Di Maio è al suo primo Decreto. Forse sapevano che relazione c’era, ma non hanno avuto tempo di leggere. Scartoffie devono aver pensato.

Qualcuno ha letto però e la cosa è diventata pubblica. E qual è la cosa? E’ che ci sono tre milioni di contratti di lavoro a tempo determinato. Prima del Decreto duravano tre anni. Col Decreto durano due anni. Man mano che scadono, scadenza ravvicinata dal Decreto, il datore di lavoro deve decidere se trasformarli dopo due anni in contratto di lavoro fisso oppure non rinnovare alla scadenza appunto. Senza farla lunga, la relazione tecnica ipotizza che il 90 per cento di quei contratti saranno rinnovati con i maggiori costi per le aziende fissati dal Decreto o trasformati in contratti a tempo indeterminato. Si ipotizza che solo nel 10 per cento dei casi il datore di lavoro rinuncerà e preferirà non rinnovare. Quel 10 per cento sono appunto gli ottomila posti di lavoro che si perdono all’anno col Decreto Dignità.

E anche se Tria Ministro dell’Economia obbligatoriamente soccorrevole del collega Di Maio dice che ottomila è “cifra discutibile”, di certo ipotizzare il 90%dei contratto rinnovati e solo il 10% non rinnovati non è certo ipotesi che gliela tira al Decreto e al governo. Anzi è ipotesi benevola e ottimistica.

Certo, è discutibile che il 10 percento sarà la percentuale dei non rinnovati, ma se è discutibile questo, non è ancora più discutibile l’ipotesi data per certa da Di Maio secondo la quale il 100 per 100 dei contratti precari diventeranno, per Decreto appunto, posti di lavoro fissi?

Per Di Maio però una cosa non è discutibile: siccome oggi comanda M5S, nessun tecnico si azzardi ad ipotizzare altro da quello che ipotizza M5S. Che è come dire al proprio medico: siccome la pago, lei non si azzardi a dirmi che potrei star peggio e che non è sicuro che guarirò in fretta e del tutto. Altrimenti è evidente complotto della casta medica legata ai vecchi poteri.  Una cosetta assai intelligente.

Come che sia, Di Maio fa sapere in queste ore di essere impegnato contro il complotto cui non sembra estranea anche l’aritmetica. E annuncia pulizia, epurazioni verso i nemici del popolo.

Quindi scriviamolo in fretta, hai visto mai mancasse domani il tempo…Magari fossero ottomila l’anno i posti di lavoro probabilmente epurati da Di Maio Ministro del Lavoro. A questi vanno aggiunti i posti di lavoro che saranno epurati dalla chiusura obbligatoria di negozi e punti vendita nelle domeniche e festivi. Cui vanno aggiunti quelli che si perderanno con il calo delle esportazioni verso il Canada che seguirà all’annunciata rottura del trattato commerciale con quel paese. Cui vanno aggiunti quelli da perdurante blocco, se non cancellazione, di Tav, Tap e grandi opere varie.

Qualcuno, qualcosa però deve aver complottato davvero e con successo. Qualcuno e qualcosa di forte, potente e a suo modo oscuro, anche se non troppo oscuro. Qualcuno e/o qualcosa ha convinto milioni di cittadini elettori (e fin qui…) e una nuova classe dirigente di politici, giornalisti, sindacalisti (e qui la cosa si fa pesante). E di cosa li ha convinti? Del fatto che lavoro a tempo e lavoro precario sono la stessa cosa. Per cui ogni lavoro a tempo è indegno e sopruso e ogni posto fisso è diritto naturale dell’uomo. Eccolo il complotto da cui Di Maio non si è difeso. Complotto, in effetti, di una lobby molto, molto vasta.