Di Pietro: “La Bce non è il Vangelo, fa anche macelleria sociale”

Pubblicato il 2 Novembre 2011 - 12:23 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 2 NOV – “Mi auguro che alcune delle cose scritte nella lettera alla Bce non si realizzino. Noi le riteniamo macelleria sociale”. E’ quanto afferma il leader dell’Idv, Antonio di Pietro, che puntualizza: “sono pronto a dare il mio appoggio a un governo istituzionale, a patto che finalmente a pagare l’emergenza sia quel 10% di italiani che detiene il 60% della ricchezza e non sempre il 90% di italiani che detiene meno del 40%”.

“Questa idea che la lettera di Trichet e Draghi sia il Vangelo, noi la rifiutiamo. Una cosa è far quadrare i conti”, dice nel suo blog il leader dell’ Italia dei Valori, “un’altra cosa è che a far quadrare i conti siano sempre i poveri cristi, i pensionati e i lavoratori”.

“Il governo Berlusconi, deve andare a casa. Ô necessario che vada a casa, ma non è sufficiente per risollevare le sorti del Paese. Ma in democrazia esiste una cosa a cui ricorrere in questi casi: le elezioni. Siano i cittadini a decidere chi deve governare”, dice Di Pietro che elenca alcuni provvedimenti urgenti come l’abolizione delle province, provvedimenti sui capitali all’estero e la trasformazione in reato dell’evasione contributiva  “Io sono ben felice  conclude- di dare una mano a un governo istituzionale, a patto che si facciano dei provvedimenti lacrime e sangue per la cricca, come ad esempio la riduzione del 50% dei parlamentari”.