Diciotti-Salvini. Gasparri: mia relazione premiata dal Senato, decisivi voti FI

di Marilena D'Elia
Pubblicato il 22 Marzo 2019 - 09:40| Aggiornato il 31 Luglio 2019 OLTRE 6 MESI FA

Roma- “L’approvazione della mia relazione all’aula del Senato sul caso Salvini-Diciotti ha premiato un lavoro condotto con grande rigore e grande serietà”, ha detto il presidente della Giunta per le immunità del Senato Maurizio Gasparri a proposito della discussione che c’è stata in Senato il 19 e 20 marzo in merito all’imputazione per sequestro di persona del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“Ci siamo basati sulle no

rme della Costituzione e sulla legge costituzionale n.1 del 1989. Non era solo una valutazione politica, era anche una valutazione giuridico-costituzionale. E questo lo dico come relatore”, ha continuato Gasparri rilevando come al diniego di autorizzazione a procedere contro Salvini abbiano contribuito i voti di Forza Italia:

 “Come senatore di Forza Italia, poi, non posso non rilevare il peso decisivo dei nostri voti. Infatti la somma dei senatori appartenenti ai gruppi della Lega, dei 5 Stelle, anche considerando altri senatori che spesso hanno votato la fiducia al governo, non avrebbe consentito di raggiungere il quorum prescritto dal regolamento del Senato e dalle norme, di 161 voti. Sommando i voti dei gruppi della Lega e dei 5Stelle si arriva a 153 voti e anche aggiungendo due eletti all’estero e tre ex grillini si sarebbe rimasto sotto il quorum previsto dal regolamento. Siamo stati quindi decisivi sia sul piano procedurale, inquadrando in termini corretti e sostanziali la questione, che in termini politico-numerici come gruppo di Forza Italia. E quindi sono doppiamente lieto per l’esito di questa votazione.”

E, ritornando ancora una volta su quanto sia stata importante Forza Italia proprio e la sua relazione improntata a principi costituzionali ineludibili:

“Quindi il ruolo di Forza Italia è stato determinante sul piano dei numeri. E del resto, il nostro gruppo ha condiviso le proposte che io stesso da relatore ho fatto, prima in Giunta e poi in aula. Non per uno scambio politico ma per un riconoscimento di verità. Il fatto che i nostri voti siano stati fondamentali, però, ha una sua rilevanza che non può sfuggire a nessuno. Abbiamo fatto una scelta perché convinti nel merito. Ma è importante rilevare che siamo stati anche decisivi nel numero.”

Il  20 agosto 2018 la nave Diciotti, pattugliatore della Guardia costiera italiana, con a bordo 177 migranti tratti in salvo il 16 agosto al largo di Lampedusa, arrivava nel porto di Catania.

L’Italia rifiutava di farli sbarcare senza un accordo dell’Unione europea sulla ripartizione dei profughi. Nonostante una prima riunione europea con dodici Paesi convocati per trovare soluzioni a lungo termine sui migranti fosse finita con una fumata nera, il governo italiano aveva permesso lo sbarco di 29 minori e, in seguito per emergenza sanitaria, di altre 17 persone. La vicenda si è conclusa il 26 agosto con lo sbarco dei profughi accolti dalla Chiesa Italiana, che ne ha presi un centinaio, e da Albania e Irlanda, che ne hanno accolto una ventina ciascuno. In seguito il ministro dell’Interno Matteo Salvini veniva imputato dalla Procura di Agrigento per sequestro di persona aggravato. Il 20 marzo 2019 il Senato nega l’autorizzazione a procedere contro Salvini con 237 voti, ben oltre i 160 richiesti dal quorum.