“C’è differenza antropologica”. Berlusconi divide gli italiani in due specie

di Lucio Fero
Pubblicato il 18 Aprile 2011 - 13:41 OLTRE 6 MESI FA

Foto Lapresse

ROMA – Berlusconi ha detto che il Parlamento deve indagare sulla “associazione a delinquere con finalità eversive” che c’è nella magistratura come dimostra, parole sue, il comportamento di tre collegi giudicanti nel processo Mills? Ah, sì, davvero? La cosa scorre via come goccia d’acqua sul vetro, evapora presto al calore dell’abitudine. Non è la prima volta e non sarà l’ultima. Nell’astratto mondo della logica se un capo di governo dà del golpista a dei magistrati entro poche ore, al massimo giorni, quei magistrati vengono messi in condizione di non nuocere al paese. Oppure il capo di governo che ha lanciato quell’accusa viene messo lui in condizioni di non nuocere. Nel concreto mondo in cui viviamo la cosa si archivia come “polemica”.

Berlusconi ha detto che le elezioni politiche del 2006, le ultime che lui ha perso, sono state truccate “con schede inventate nella notte”? Ma davvero? Ah, sì? In fondo lo aveva già detto. Nell’astratto mondo della logica se un capo di governo dichiara truccate elezioni politiche chi ha commesso il peggior crimine politico viene additato con nome e cognome, lo Stato, la collettività lo mettono in condizione di non imbrogliare più. Oppure il capo di governo che lancia questa accusa viene chiamato a documentarla e, se non lo fa, passa dei guai, politici ed elettorali. Ma nel concreto mondo in cui viviamo la cosa i giornali e le cronache neanche la riportano più, è derubricata a dichiarazione di contorno.

Berlusconi ha detto che la “Persecuzione di Bettino Craxi è una vergogna che ancora deve essere punita”? Ah, sì? E che vuoi che sia? Nell’astratto mondo della logica lo Stato si muove a “punire” i persecutori. Oppure chi ha chiamato la “punizione” viene “punito” lui. Ma nel concreto mondo in cui viviamo la “punizione” o meno viene retrocessa a “opinione”.

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Siamo abituati, tutti si sono abituati al concreto mondo in cui viviamo in cui si può denunciare la “cellula rossa” della magistratura, l’associazione a delinquere con fini eversivi, le elezioni truccate senza che nessuno si stupisca più di tanto o ne tragga le conseguenze semplicemente logiche. Eppure, anche se fuggita, totalmente sfuggita alle cronache, nel week-end Berlusconi ne ha pensata e detta una tutta nuova, un’assoluta primizia e una totale esclusiva che non condivide, finora, con nessun politico di rango in nessun paese. Ha detto: “Sono convinto e sempre più trovo conferme all’idea che tra noi e loro, tra quelli che lavorano per il bene e quelli che vogliono solo il male ci sia una differenza antropologica”. Differenza antropologica è formula ed espressione precisa, vuol dire che ci sono “specie” diverse di umanità. Non era mai accaduto finora che un premier distinguesse i suoi cittadini in due “specie”, tracciando un confine “antropologico” tra i suoi cittadini. Ora anche questa è fatta.

E quindi si comprende come Berlusconi sia coerente e conseguente con questa sua idea quando, ad esempio, invita i suoi “missionari della libertà” a “lasciar perdere”, ed evitare anche lo spreco di parlare con chi vota a sinistra: “Lasciateli nel loro errore ed orrore”. Errore di voto dietro il quale c’è orrore di umanità. E coerente e conseguente è la sua posizione sulla famiglia che avesse “la sfortuna di avere un professore di sinistra nella classe di suo figlio”. Quella famiglia deve essere messa dallo Stato in condizione di cambiare scuola al figlio o alla figlia sfortunata. E se una famiglia che sbaglia, che vive in “errore o orrore”, insomma una famiglia che non apprezza ha la fortuna di avere un professore di destra nella classe della sua prole? Immaginiamo il diritto a cambiare sia reciproco. Quindi il principio, l’invito e il programma sono quelli di avviarsi al più presto verso scuole dove ci sia all’ingresso il cartello e l’insegna “Scuola di destra”, oppure “Scuola di sinistra”. La “differenza antropologica” appunto.