Diliberto: “Fiducia eterna a un esecutivo col Pd in cambio di 10 seggi”

Pubblicato il 27 Ottobre 2011 - 18:12 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Oliviero Diliberto, segretario dell’ultimo partito con falce e martello,  si dichiara disponibile a un voto di fiducia perenne a un governo di centrosinistra, in cambio di 10 seggi in Parlamento. La dichiarazione sconcertante ha dato il titolo a un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. L’occasione era il congresso a Rimini del suo Pdci.

Racconta di anni terribili, quelli appena trascorsi fuori dal Parlamento insieme ai “compagni” di Rifondazione, che finalmente ritrovano la luce in fondo al tunnel. Sì perché ad oggi la fusione dei due superstiti “trinariciuti” vanta ben ventunomila iscritti.

Dati stupefacenti alla mano Diliberto sa che la sua federazione è indicata al 2. 7 %. Questo vuol dire che, se si vota con questa legge elettorale, potrebbe riportare una pattuglia di deputati in Parlamento.  Se poi il centrosinistra concedesse il suo apparentamento, con questi numeri, tutta la federazione otterrebbe 21 seggi. Grazie al premio di maggioranza che viene diviso anche con il primo partito che non raggiunge il 4 %. Auspica insomma di tornare a occupare gli scranni di Montecitorio, a costo di scendere a patti con il Pd.

Sono discorsi da realpolitik quelli che fa Diliberto, che non manca di dedicare parole forti contro le tre B della politica italiana: Berlusconi, Bersani e Bertinotti.

“Bertinotti dice cazzate”  esordisce oxfordianamente e  sottolinea l’imminente occasione da non perdere : “Il nostro obbligo morale è di cacciare Berlusconi. Quindi chi si candida deve impegnarsi a sostenere il governo per cinque anni, senza se e senza ma”. Certo, il segretario del Pdci fa dei distinguo, strizzando l’occhio più a Sel che al Pd: “Io fra Vendola e Bersani non avrei dubbi. Penso che dovremmo federarci con Sel per costruire una sinistra a due cifre”.

Conclude speranzoso facendo appello alla sua fede marxista nelle sorti progressiste dell’umanità: “Per diventare comunisti a vent’anni, oggi, bisogna essere degli inguaribili ottimisti” dice.