Disoccupati-accattoni stranieri, Gentilini non transige: “Devono tornare a casa”

Pubblicato il 2 Febbraio 2010 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA

Il vicesindaco di Treviso,  Giancarlo Gentilini, utilizza parole molto dure in merito alla nuova ondata di “accattoni”, formata da giovani di colore messi in mezzo a una strada dalla crisi.

«Quando un cittadino straniero perde il posto di lavoro e non ha alcun sostentamento, deve automaticamente scadere anche il suo permesso di soggiorno ed essere rimpatriato. Non possono rimanere qui senza lavorare, come fanno a vivere? Ovvio che poi sono costretti a mendicare o, peggio, diventano ostaggio della criminalità».

«Ho notato questa presenza – dice Gentilini – e anche tanti trevigiani me l’hanno sottolineata. Ma se uno non ha di che mantenersi, deve tornarsene nel suo Paese, come capitava con i nostri emigranti. Vorrei un po’ di coraggio da parte dei ministri su questo aspetto: chi non ha lavoro, non può più avere il permesso di soggiorno. Non si può vivere di elemosina e non si può vivere commettendo reati: in questo periodo sono aumentati furti e rapine e nel carcere di Santa Bona il settanta per cento dei reclusi è straniero».