Dl Fare, Governo al Senato, voto fiducia. M5s: “Impresentabile”: ostruzionismo?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Luglio 2013 - 12:00| Aggiornato il 24 Luglio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Dl Fare, governo Letta pone voto di fiducia alla Camera

Dl Fare, governo Letta pone voto di fiducia alla Camera

ROMA – Il governo guidato da Enrico Letta affronterà questa mattina, mercoledì 24 luglio, il voto di fiducia sul decreto legge Fare alla Camera dei deputati. Il voto è previsto alle 11.30.

Ma il Movimento 5 stelle annuncia ostruzionismo: “Il testo è impresentabile”.

Non c’è certezza su quando ci sarà il voto finale sul provvedimento: M5S, Lega e Fdi non hanno infatti accettato la diretta televisiva sulle dichiarazioni di voto finali, spiegando che si prenderanno tutto il tempo necessario per intervenire, posizione che determina il “rammarico” del Pd.  Una decisione che preannuncia ostruzionismo da parte del movimento e dei due partiti.

“CALENDARIO COMPLICATO” – Dario Franceschini, ministro per i rapporti con il Parlamento, è stato il rappresentante del Governo incaricato di chiedere il voto di fiducia sul decreto legge,.

Franceschini ha dichiarato:

“Da qui alla pausa estiva dei lavori parlamentari abbiamo un calendario complicato: bisogna esaminare sei decreti legge, le leggi europee, il ddl di riforma costituzionale, il testo sul finanziamento pubblico ai partiti e quello sull’omofobia: affrontare il voto su 800 emendamenti al dl Fare non consentirebbe di riuscire ad esaminare tutto in tempo”.

Il ministro Franceschini ha spiegato che Lega e Sel avevano ridotto i loro emendamenti, così come la maggioranza, che si era limitata a sole dieci richiesta di modifica del testo. La stessa disponibilità non è arrivata dal M5S: “Abbiamo avuto un incontro stamani e ci è stato detto che se avessimo accolto una serie di loro emendamenti gli altri sarebbero stati ritirati. Quando abbiamo obiettato che una parte di essi era ammissibile e un altra no per ragioni di copertura ma anche di merito, quel gruppo ha deciso di chiedere il voto su tutti gli emendamenti”.

VOTO DI FIDUCIA– Il dibattito sulla fiducia avrà inizio alle 10 del 24 luglio. Dopo il voto di fiducia, dalle 12:40 alle 14:30 ci sarà l’esame degli ordini del giorno al decreto, che sarà sospeso alle 15 per il question time ma riprenderà a seguire. M5s, Lega e Fdi hanno infatti detto no alla diretta televisiva sulle dichiarazioni di voto finali sul decreto, lasciando intendere che praticheranno ostruzionismo avvalendosi degli strumenti regolamentari che concedono tempi larghi di intervento ai deputati sui decreti legge.

“TESTO IMPRESENTABILE” –  “Alla fine avevamo presentato otto-nove punti qualificanti di modifica al decreto ‘del Fare’, punti che avrebbero migliorato un testo pressoché impresentabile. Al governo, però, evidentemente non interessa affatto licenziare norme utili al Paese”. I deputati del Movimento 5 Stelle dopo che l’esecutivo ha posto la fiducia sul testo in discussione alla Camera.

I parlamentari M5S hanno spiegato  ipunti su cui non concordano del testo: “Estendere la riduzione del Cip 6 anche agli inceneritori, togliere la scandalosa deregulation sulle sagome degli edifici demoliti e ricostruiti, favorire il pagamento degli stagisti del ministero della Giustizia, aprire un fondo di sostegno alle Pmi in cui poter versare le eccedenze degli stipendi dei parlamentari, rendere più aperta e democratica la gestione della Cassa depositi e prestiti, rivedere la Tobin Tax per colpire il day trading, ricalibrare l’Iva sui servizi portuali, vincolare infine gli incentivi per i nuovi macchinari al mantenimento dei livelli occupazionali e delle strutture produttive sul territorio nazionale”.

Punti che secondo M5s avrebbe reso il Dl Fare “almeno presentabile”: “Al ministro Franceschini abbiamo lasciato intendere che non ci interessa la mera contabilità degli emendamenti presentati o approvati. E tantomeno le pantomime mediatiche su sterili battaglie, tipiche di una certa opposizione. A noi interessano le modifiche concrete e puntiamo sempre a portare a casa i risultati”.

Il Movimento 5 stelle ha anche detto così no alla possibilità che le commissioni Affari costituzionali e Ue possano esaminare il 23 luglio la legge sul finanziamento ai partiti e la legge comunitaria. Si riuniranno, di conseguenza, solo le commissioni che esaminano decreti legge. Un ostruzionismo che determina il “rammarico” del capogruppo Pd Roberto Speranza: “Rischia di rallentare provvedimenti decisivi, di cui il Paese ha bisogno”.