Draghi apre più del Cts: rischio calcolato, è la seconda volta. La prima è andata bene

di Lucio Fero
Pubblicato il 8 Ottobre 2021 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA
Draghi apre più del Cts: rischio calcolato, è la seconda volta. La prima è andata bene

Draghi apre più del Cts: rischio calcolato, è la seconda volta. La prima è andata bene FOTO ANSA

Draghi, o se si vuole il governo, apre cinema, teatri, stadi, discoteche e altri luoghi dove gente va in numero e tutta insieme più di quanto al governo fosse stato indicato dal Cts, Comitato tecnico scientifico. Non che il Cts abbia potere e ruolo di emanare ordini cui attenersi, però quasi sempre, per prudenza e convinzione, il governo alle indicazioni del Comitato si è attenuto. Stavolta no, ha aperto di più: 100 per cento di capienza al cinema, 75 per cento negli stadi, 50 per cento nelle discoteche. Ci si avvicina al tutto libero, tutto liberamente da riempire di gente e di pubblico.

Il rischio calcolato

Non che il governo non sappia che Covid c’è ancora e viaggia al ritmo di circa tremila contagi giornalieri. Ma l’80 per cento della popolazione vaccinabile appunto vaccinata toglie al Covid gran parte della sua letalità e gravità. E con l’ottanta per cento di vaccinati (gli italiani dai 12 anni in su) si può rischiare. Secondo il governo i vantaggi dell’affrontare un rischio calcolato superano le controindicazioni. Vantaggio di rimettere in moto le attività dello spettacolo, sport e intrattenimento e soprattutto vantaggio di comunicare al paese che tutto si può fare, con prudenza e vaccinati.

Non è la prima volta

Rischio calcolato espressione esplicitamente usata alla fine della primavera quando il governo decise sostanzialmente che era ora di uscire dai semi o quasi lockdown. Allora il rischio era più grande di quello oggi calcolato nel riaprire cinema, teatri, stadi e disco. Allora i vaccinati erano relativamente pochi. Ma si calcolò (e un po’ si azzardò) la decisione di cominciare ad aprire economia e società. Oggi sappiamo che è andata bene, che fu rischio grosso ma calcolato. Ecco perché ad ottobre si ripete sia pure su scala minore la stessa operazione.

Effetto scuola non c’è stato

Si aggiunge il fatto che, almeno finora, il cosiddetto effetto scuola, l’aumento dei contagi derivante dalla riapertura delle scuole in presenza, cioè dal vero, non c’è stato. Nonostante l’isterico racconto da parte dei mass media di quarantene di massa e ritorni alla Dad, i numeri dicono che fatti del genere riguardano decine di classi su decine di migliaia di classi. L’aver vaccinato i prof e chi nella scuole lavora e aver vaccinato non pochi studenti sopra i 12 anni di età, questo ha avuto effetto.

Infine, un po’ di politica

Un altro piccione preso con la stessa fava, un piccione…politico. Aver aperto più di quanto avesse suggerito il Cts offre alla Lega, da sempre schierata sul riaprire tutto, un confetto, una piccola ma evidente soddisfazione politica. Salvini può intestarsi il più nei confronti di disco e stadi, come Franceschini può fare altrettanto nei confronti di cinema e teatro.

L’altro omaggio alla Lega verrà quando si scriverà di legge pro concorrenza: di mettere in concorrenza le concessioni demaniali (spiagge) non ci sarà più traccia nella legge. Salvini che ha mimato una rivolta anti tasse e una crisi di governo restando però al governo e quindi sospeso in un vuoto fatto solo di parole, Draghi non lo lascia senza un paio di cose concrete con cui consolarsi: più aperture e di stabilimenti balneari non se ne parla. Non era proprio difficilissimo fare così, ma pure Draghi un po’ di politica come si fa lo sa.