SEREGNO – Edoardo Mazza, il sindaco di Seregno, arrestato nel settembre 2017 perché accusato di complicità con la ‘ndrangheta, è stato rimesso all’onor del mondo dal Tribunale del Riesame di Milano. Non c’è alcuna prova, hanno scritto i giudici, che Antonino Lugarà, l’imprenditore arrestato, assieme all’ormai ex sindaco di Seregno (Monza) Edoardo Mazza di FI, a fine settembre nel maxi blitz delle Procure di Monza e Milano contro ‘ndrangheta e corruzione, sia stato favorito con “atti amministrativi illegittimi” o con la “indebita accelerazione del provvedimento”, ossia del via libera per la realizzazione di un centro commerciale.
Lo scrive il Tribunale del Riesame di Milano nelle motivazioni dell’ordinanza con cui ha annullato la misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici per 6 mesi per Mauro Facchinetti, tecnico del Servizio di pianificazione urbanistica del Comune di Seregno e difeso dal legale Marco Leanza. Lo scorso 19 ottobre, tra l’altro, sempre il Riesame di Milano aveva scarcerato per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza lo stesso Lugarà (difeso da Luca Ricci) finito in carcere con l’accusa di aver procurato voti per l’elezione del sindaco Mazza, al quale poi lo stesso gip di Monza ha revocato i domiciliari che aveva disposto.
Nel provvedimento con cui il collegio del Riesame, presieduto da Luisa Savoia, annulla la misura interdittiva per il tecnico comunale, accusato di abuso d’ufficio e che era responsabile del procedimento sulla realizzazione del centro commerciale finito al centro dell’inchiesta, i giudici scrivono che le telefonate intercettate con cui Lugarà faceva pressing per la pratica in realtà “non si giustificherebbero” se lo stesso imprenditore “avesse effettivamente corrotto personaggi in grado di assicurarne in tempi rapidi il buon esito”.
I funzionari e i tecnici del Comune hanno, invece, “al contrario” mostrato “in modo costante una evidente rigidità nella gestione del procedimento amministrativo”. Tra l’altro, “le intercettazioni non registrano alcuno specifico atto di pressione del Mazza o del Gatti (ex consigliere comunale di Seregno, indagato, ndr) sul Facchinetti o comunque su altri dipendenti amministrativi che si sono occupati della pratica” che è andata avanti, secondo il Riesame, in modo legittimo. Quando, il 27 settembre, i carabinieri si erano presentati per arrestarlo, Mazza era svenuto .
Avvocato, trentottenne, eletto nel 2015 con il sostegno del centrodestra con lo slogan “serietà, concretezza e passione”, sempre “online” per i cittadini, fervido osteggiatore dell’accattonaggio, fiero mentre esibiva le forbici per commentare gli stupri di Rimini. Era questo, fino a ieri, il ritratto del sindaco di Seregno (Monza) Edoardo Mazza, Forza Italia, ai domiciliari con l’accusa di corruzione, nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Monza e della Dda di Milano contro infiltrazioni della ‘ndrangheta nella politica e nell’imprenditoria lombarda.
E’ svenuto quando li ha visti. Intercettato al telefono con l’imprenditore di Seregno Antonino Lugarà (anche lui arrestato stamane e ritenuto dagli inquirenti vicino alle cosche) Edoardo Mazza ha detto “ogni promessa è debito”. A Lugarà, secondo gli inquirenti, aveva promesso un cambio di destinazione d’uso dell’area ‘ex Dell’Orto’ come controparte al suo sostegno per le elezioni.