Elezioni 2018, Tommaso Cerno (Pd) ricoverato in ospedale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2018 - 14:16 OLTRE 6 MESI FA
tommaso cerno ospedale

Tommaso Cerno (Pd) ricoverato in ospedale

ROMA – “Ciao Matteo Renzi e ciao a tutti i Dem. Sono sempre lì con voi anche se in questi giorni solo con lo spirito! Forza ragazzi! Io torno presto in pista, promesso! Forza Pd”. Questo il messaggio – con foto dal letto dell’ospedale – di Tommaso Cerno, candidato del Partito Democratico al proporzionale al Senato in Friuli Venezia Giulia e all’uninominale a Milano.

Pochi giorni fa, Tommaso Cerno, in una intervista al Foglio aveva raccontato la sua malattia (un tumore) e la decisione di candidarsi al Senato con il Partito Democratico

“La verità è che il giornalismo l’avevo lasciato il 26 maggio 2016, dopo aver avuto un cancro ed essermi salvato la vita per un pelo. Ero direttore del Messaggero Veneto, avevo deciso di mollare. Solo che Carlo De Benedetti mi offrì la direzione dell’Espresso. E di fronte al giornale per il quale avevo lavorato per così tanto tempo, di fronte a quella sfida, ho pensato di soprassedere. Ma è stata solo una decisione rinviata”.

Il racconto della malattia.

“Ho scoperto che la burocrazia italiana nel caso dei pazienti oncologici funziona benissimo. Il secondo giorno dopo la diagnosi ho ricevuto una lettera dell’Asl che mi esentava a vita dal ticket indicandomi come paziente affetto da patologia oncologica maligna. E ho pure scoperto che una persona che ha un tumore in realtà ce l’avrà per sempre. Ho subìto un intervento chirurgico molto importante, ho fatto la radioterapia. E ho capito che è una malattia che da quel momento cambia il tuo modo di essere. Non ti dice ‘sei guarito’, ma ti dice solo: ‘Si è allungata la tua aspettativa di vita’. Di fronte alla morte ho anche riflettuto sul giornalismo, e il suo attuale ruolo in Italia. Il giornalismo in Italia è politica. Quindi tanto vale dichiararsi. E farla in Parlamento”.

Cerno afferma che “i giornali fanno politica, ma fingono di non farla”. Si è sentito attaccato dagli stessi colleghi giornalisti, dopo aver annunciato il suo impegno con il Partito Democratico. Smentisce che la decisione sia legata a pretese professionali – “Esiste un comunicato ufficiale dell’azienda che smentisce in maniera categorica che io abbia chiesto la direzione di qualche giornale del gruppo” – e definisce la politica “la cosa più nobile del mondo”. Ha tuttavia scelto di mettersi in aspettativa.

“Su questa cosa sono state scritte delle baggianate. Ho preso qualche giorno per fare la campagna elettorale. Poi è evidente che affronterò il tema in maniera definitiva. Ma sono fatti miei. E c’è una legge dello stato che consente l’aspettativa. E’ un diritto. Ed è un diritto che va difeso per ragioni democratiche”.

Ora l’avventura con il Pd di Matteo Renzi.

“Ho sempre pensato che il Renzi-Davide fosse meglio del Renzi-Golia. E infatti da direttore dell’Espresso sono passato per antirenziano. Feci anche una copertina sul caso Consip. Il fatto che adesso il Pd mi prenda per quello che sono, con le mie contraddizioni, significa che il Pd non è il partito dei Renzi-boys come dice qualcuno”