ROMA – Pier Luigi Bersani sempre di più contro Mario Monti, tanto che secondo qualcuno in campagna elettorale non sarà tanto e solo sfida Berlusconi-Bersani ma anche Bersani-Berlusconi-Monti. Tanto che quasi i due acerrimi nemici di sempre (Bersani e Berlusconi) saranno da un certo punto di vista dalla stessa parte: contro Monti. Sullo sfondo, a fare da difensore del Professore, resta Casini.
Dopo l’attacco in un’intervista a Repubblica, Bersani torna allo scontro con Monti dicendo a Piacenza: “Pongo a Monti delle domande politiche: vuol mettersi in Europa nello stesso posto dove è Berlusconi o dove altro? Monti e il centro pensano che il bipolarismo non vada bene, vogliono smontarlo? E se non vogliono smontarlo da che parte si mettono?”.
In merito all’impegno politico di Monti, “ho obiettato anche attorno all’esigenza di essere molto rigorosi nella distinzione tra politica ed istituzioni. Poi arriveremo al merito, per sapere cosa pensa dei diritti civili, cosa pensa degli esodati” prosegue Bersani.
Poi l’attacco a Bondi: “Io ho molta stima e rispetto di Bondi, ma sta facendo un altro mestiere, non può farne un altro”. Bersani ha risposto poi a chi gli chiedeva se l’impegno in prima persona di Monti potesse essere preludio di un riavvicinamento con Di Pietro e l’Idv: “Di Pietro ha fatto le sue scelte, ora tocca a noi indicare la strada”.
A Bersani replicava però poco dopo il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. “Quando Piero Grasso, procuratore nazionale Antimafia, si candida con il Pd risponde a “un imperativo morale” quando Enrico Bondi accetta di contribuire a un lavoro di accertamento sulla trasparenza delle candidature commette “un vulnus istituzionale”. No, caro Pier Luigi, questa doppia morale non mi convince e mi induce a più amare riflessioni: il Pd non vuole un’area centrista competitiva e scomoda perché preferisce il vecchio ed eterno scontro con Berlusconi, diventato avversario di comodo. In realtà le parole di Bersani confermano che siamo sulla strada giusta. Le persone e le situazioni non possono essere valutate diversamente, secondo le convenienze politiche”, aggiunge Casini.