Elezioni europee, Berlusconi indica i colpevoli del suo personale flop: Veronica, Kakà, l’astensionismo, la Sicilia, Lombardo, i sondaggisti, Fini e i suoi amici…

Pubblicato il 9 Giugno 2009 - 15:41| Aggiornato il 13 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

I suoi collaboratori più stretti parlano di un Berlusconi riflessivo, umile ed anche, sembrerà strano visto il personaggio, autocritico. Può darsi, certo è che per due giorni in pubblico non ha parlato e, quando lo ha fatto in privato, molte volte secondo gli stessi amichevoli racconti, la “colpa” del mancato personale successo l’ha data a tutti: la moglie Veronica, i sondaggisti, l’immondizia a Palermo, la lite con Lombardo, Fini e i suoi amici, al calcio mercato, al Real Madrid…A tutti, tranne a se stesso.

«La campagna elettorale me l’ha fatta mia moglie Veronica. Le calunnie avrebbero stroncato chiunque. Sono stato un ingenuo, mi hanno indotto a sbagliare e io ci sono cascato» è il lamento del Cavaliere.

Paolo Bonaiuti, il suo più stretto collaboratore racconta che il presidente del consiglio ha parlato a lungo con Euromedia, la società di sondaggi che in tanti anni non aveva mai sbagliato una previsione elettorale. «Tutta colpa dell’astensionismo, abbiamo perso 800 mila voti in Sicilia»; questa la spiegazione più plausibile per quel 35,2% raggiunto, e pensare che come risultato peggiore Berlusconi ed Euromedia si aspettavano un 38%.

Ma di chi è dunque la colpa? In Sicilia l’astensionismo è stato altissimo, 3 punti percentuali sfumati per la crisi della giunta Lombardo e le guerre interne alla maggioranza che governa l’isola, a cui una parte di quella che fu An – «FareFuturo» la fondazione vicina a Gianfranco Fini – , chiede oggi al premier di intervenire per risolvere i problemi di governabilità della giunta siciliana.

È un Berlusconi a tutto campo quello di queste ore raccontato da chi gli sta vicino, un Berlusconi che parla della necessità di tornare all’antico per pianificare le strategie elettorali del partito oggi giudicato come troppo lento che si è speso poco per la campagna elettorale; ma l’affondo più forte, Silvio Berlusconi lo lancia al Noemigate ed alla moglie Veronica Lario: «La campagna elettorale me l’ha fatta mia moglie» con il divorzio, le minorenni e tutto quanto è seguito. Se Veronica è responsabile delle «calunnie che avrebbero stroncato chiunque», la sua ex moglie è responsabile anche delle preferenze perse in giro per l’Italia.

Come si sa il calcio è legato agli avvenimenti politici specialmente per uno come Berlusconi, che tra i beni di famiglia ha il Milan. La vendita di Kakà sarebbe un’altra causa del parziale fallimento: «Le offerte di acquisto del calciatore sono piovute sul Milan a ridosso del voto, davvero non potevo farci nulla». Eppure qualche tifoso ha pensato che se vende Kakà «allora Berlusconi potrebbe vendere pure sua sorella», come scritto su alcuni blog.

Tra i collaboratori e i politologi in genere iniziano a circolare delle domande su che tipo di Berlusconi sarà quello del futuro: con i piedi per terra o combattivo come molte volte è apparso? E c’è chi svela un retroscena sulla irrascibilità del premier: «Da un po’ di tempo colloquiare con lui è diventato impossibile. Gli parliamo qualche minuto, poi incomincia a guardarci tutti quanti noi cinquanta e sessantenni con un occhio strano. Come se gli attaccassimo la vecchiaia. Finisce che ci caccia, e tutti i discorsi rimangono a metà».