Elezioni, si votano le facce e non i partiti

Pubblicato il 18 Maggio 2011 - 13:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si premiano le facce, le croci si mettono sui nomi e non sulle liste, meglio comunque quelle nuove. Sintetizzando è questo il quadro che restituiscono le elezioni amministrative. Alla fine, a perderci, sono Pdl, Pd e Idv, nonostante ogni partito sia impegnato ora a calcolare “quanto ha vinto” o al contrario “quanto non ha perso”.

Il Pd perde consensi, soprattutto in Calabria, mentre conquista voti a Milano e a Torino. In Calabria segno negativo anche per il Pdl, che perde consensi un po’ ovunque crescendo solo a Novara. Anche la Lega cala, fatta eccezione per Bologna dove il candidato di centrodestra era proprio un leghista, Manes Bernardini. E l’Idv? Niente da fare, nemmeno l’antiberlusconismo di Di Pietro ha fatto breccia. L’esempio più lampante viene da Napoli. Il candidato Idv De Magistris ha raggiunto il 27%, ma di preferenze quasi tutte concentrate sul suo nome, non sulla lista.

Sel di Nichi Vendola cresce a Bologna e Iglesias, ma nel resto d’Italia la crescita è stata modesta. I grillini fanno il botto in Romagna (a Bologna arrivano 9,4, l’11,7 a Rimini) ma stentano altrove, soprattutto al Sud. Poche novità per l’Udc che cresce solo  a Iglesias in coalizione con il Pdl.

Ma il vero sconfitto di queste elezioni è Fini: Fli ovunque stenta ad andare sopra il 2%.