Elezioni, pagelle: Di Maio 8, Salvini 9, Berlusconi 4, Renzi 3, Grasso-Boldrini 2

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 5 Marzo 2018 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni 2018, pagelle leader: Di Maio 8, Salvini 9, Berlusconi 4, Renzi 3, Grasso-Boldrini 2

Elezioni, pagelle: Di Maio 8, Salvini 9, Berlusconi 4, Renzi 3, Grasso-Boldrini 2

ROMA – Elezioni, pagelle. Assegnate dagli elettori. Pagelle dei leader, capi, segretari, volti e nomi guida dei vari partiti. Pagelle fatte di voti presi o perduti ma fatte anche di futuro politico ancora a disposizione per ciascuno di loro, di capacità di apprendere dal passato, di studio o non studio, di capacità e anche un po’ di fortuna. Pagelle con voti netti.

Luigi Di Maio: voto in pagella otto. Ottimo voto. Con il suo M5S supera il trenta per cento, cosa riuscita solo ai grandi partiti della storia italiana. Si dimostra che il suo M5S è sostanzialmente qui e oggi invulnerabile a tutto. Lo si vota a prescindere da quel che fa o dice. Il suo M5S risucchia come idrovora voti di sinistra (?) o comunque di gente che si ritiene di sinistra e di gente che si ritiene di destra o che si ritiene di nulla ma di qualcosa, magari a sua insaputa, lo è eccome se lo è. E M5S che vince è il suo M5S, suo di Di Maio. Che magari farà anche un governo. Magari il suo governo. Voto otto, ottimo voto in pagella a Di Maio che non ha mai studiato ma maestra Italia ha un debole per lui.

Matteo Salvini: voto in pagella nove. A Salvini il voto più alto. Da intrattenitore, quasi macchietta televisiva, si è fatto immagine e carne e ossa dell’Italia vera. Era usato e si faceva usare come quei cani di pezza che abbaiano a comando (nel caso il comando era l’immigrato). Ha trasformato l’abbaio in lingua nazionale. La sua rozzezza è diventata cifra, stile. Si è mangiato Bossi e Maroni e fin qui…Si è mangiato Berlusconi come un grissino. Ora rischia grosso di dover mollare un po’ le tv per fare il ministro o il primo ministro. Voto nove pieno. Unico neo: la crisi di nervi che lo coglierà quando scoprirà che gli immigrati anche a metterli (solo i clandestini) a cento al giorno su un aereo per scaricarli (dove non si sa) ci vorranno dieci anni almeno per sbolognarli tutti.

Silvio Berlusconi: voto in pagella quattro. Piena insufficienza nell’ultima pagella. Ha resistito a se stesso, invano. Si è riproposto ma era non solo ministra riscaldata ma era un boccone che appunto si riproponeva dallo stomaco del paese che pensava di averlo digerito. Ha sbagliato sogno, se sognava. Ritramonta Berlusconi, stavolta sul serio.

Matteo Renzi: voto in pagella tre. Bocciato, bocciato tre volte. Ha fallito come leader riformista e questo fallimento non è solo colpa sua, c’era perfino del buon sapere in questo fallimento. Ma ha fallito come capo politico, ha fallito nella strategia, nella conduzione, nella consapevolezza del reale. Uno che riesce ad essere in tre anni l’uomo politico più antipatico ai più in politica ha chiuso.

Grasso-Boldrini: voto in pagella due. E non è sparare sulla Croce Rossa. Incompetenza, insipienza e stizza e rancore nell’idea stessa di Liberi e Uguali. Un due in pagella lo merita con loro D’Alema ma vedrete che non andrà nemmeno a ritirarla la pagella.

Restano la Meloni e la Bonino, entrambe su sponde opposte in pagella prendono un modesto cinque. Promosse no, proprio no. Bocciate nemmeno. Ma contano come due di coppe quando regna a briscola denari. E Lorenzin? E come si fa a dare voto elettorale alla Lorenzin? In “classe” non si è mai vista. Dicono abbia preso un seggio, solo quello il suo. Per il resto voti buttati.

Non concorreva ma voto buttato anche quello di Prodi che ha detto avrebbe votato Insieme. Per loro stare insieme non è stato difficile, tutti stretti e raccolti intorno allo 0,5% che l’un per cento gli stava largo.