Fumata nera, come prevedibile, anche al quarto scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica. La situazione non si sblocca. La somma di schede bianche, nulle, astensioni e voti a singoli candidati, lette con grande rapidità dal presidente della Camera, Roberto fico, rendono impossibile il raggiungimento del quorum a quota 505. Si passa dunque al quinto scrutinio previsto per la giornata di domani, venerdì 28 gennaio, dalle ore 11.
Fumata nera al quarto scrutinio per il presidente della Repubblica
Nel quarto scrutinio gli astenuti sono stati 441 mentre le schede bianche sono scese a 261. L’attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella sale invece dai 125 voti di ieri a quota 166. Nino di Matteo, candidato da Alternativa c’è e dagli ex M5s al posto del giurista Maddalena, ottiene 56 voti. Otto voti per Luigi Manconi, 6 vanno alla ministra Cartabia, 5 al premier Mario Draghi, 4 ad Amato, 3 a Casini e 2 a Belloni. Le nulle sono state 5, i voti dispersi 20. In tutto i presenti sono stati 981, 540 i votanti.
Domani quinta votazione alle 11
La quinta votazione si svolgerà domani alle ore 11. Lo ha comunicato in aula il presidente della Camera Roberto Fico. Quindi non si procederà alla doppia votazione, come era stato suggerito da alcuni esponenti politici ieri e oggi. Per decidere sull’eventuale variazione dell’organizzazione, passando al doppio scrutinio quotidiano, si devono pronunciare i presidenti di Camera e Senato, riunendo le conferenze dei capigruppo congiuntamente.
I voti a personaggi non della politica
Nonostante stiano ormai scomparendo i voti attribuiti anche in maniera provocatoria ad esponenti della cultura, dello spettacolo e dello sport, ancheoggi on sono mancate preferenze di questo tipo. Una è andata al maestro Riccardo Muti, indicato da Vittorio Sgarbi come ha espressamente confessato. Un’altra a “Spillo” Altobelli, dopo che nei giorni scorsi erano usciti i nomi di Dino Zoff e Marco Tardelli, suoi compagni di squadra nella Nazionale di calcio campione del mondo del 1982. Un’ultima al giornalista Luigi Vicinanza, già direttore de L’Espresso.