Elezioni regionali, tre “impresentabili” nelle liste di FI e FdI

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Gennaio 2020 - 23:39 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni regionali, tre "impresentabili" nelle liste di FI e FdI

Elezioni regionali, tre “impresentabili” nelle liste di FI e FdI (Nella foto Ansa, la Commissione parlamentare antimafia)

ROMA  –  Spuntano tre cosiddetti “impresentabili” nelle liste dei candidati alle elezioni regionali di domenica 26 gennaio in Calabria ed Emilia Romagna. Sono tutti di centrodestra: due sono esponenti di Forza Italia e uno di Fratelli d’Italia.

In Emilia Romagna sotto la lente d’osservazione della Commissione parlamentare Antimafia è finito Mauro Malaguti (Giorgia Meloni-Fratelli d’Italia), condannato in primo grado ad un anno e quattro mesi, il 4 luglio del 2017, nell’ambito dell’inchiesta sull’uso dei fondi del Consiglio regionale che ha riguardato, con esiti giudiziari alterni, tutti i gruppi della passata legislatura. Malaguti, al quale inizialmente erano contestate spese per circa 53mila euro, è stato alla fine condannato per circa mille euro di rimborsi illeciti.

In Calabria invece sono due i candidati rinviati a giudizio con fase dibattimentale in corso: Giuseppe Raffa di Forza Italia-Berlusconi per Santelli, rinviato a giudizio per corruzione in concorso e il cui dibattimento è in corso a Reggio Calabria, e Domenico Tallini, sempre di Forza Italia-Berlusconi con Santelli, rinviato a giudizio per più fattispecie di corruzione.

E se M5s e Pd criticano la presenza dei tre “impresentabili”, di diverso avviso è il senatore Luigi Vitali, membro della Commissione Antimafia, che difende i due candidati in Calabria di FI. “Non possono essere definiti impresentabili perché non violano le disposizioni della Legge Severino – dice il senatore – le persone in questione erano perfettamente candidabili in quanto si tratta di una richiesta di rinvio a giudizio e non di una sentenza di condanna”.

Impresentabili, cosa dice il Codice di autoregolamentazione

In realtà nel Codice di autoregolamentazione approvato all’unanimità dalla Commissione Antimafia nel 2014 e tutt’ora in vigore, tutti i partiti si sono impegnati ad alzare la soglia di tolleranza accettando un impegno più virtuoso di quello previsto dalla Legge Severino ed escludendo quindi dalle candidature anche coloro che sono stati rinviati a giudizio e non solo i condannati, prevedendo non solo che ci si impegni a non candidarli ma anche a non sostenere candidature in liste collegate. Per il presidente dell’Antimafia, Nicola Morra, “chi viene candidato, se ineleggibile, qualora eletto dovrebbe decadere”.

E’ dal maggio del 2015 che l’Antimafia fa una ‘fotografia’ preventiva (prima la faceva solo dopo le elezioni) dei candidati per metterla a disposizione degli elettori. La Commissione, nei mesi scorsi, ha messo a punto un nuovo Codice di autoregolamentazione più severo del precedente che segue la scia della ‘Spazzacorrotti’ ma il Parlamento non l’ha ancora varato. (Fonte: Ansa)