Emergenza migranti, il piano del governo: rimpatri e chiusura dei centri

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Giugno 2015 - 07:55 OLTRE 6 MESI FA
Emergenza migranti, il piano del governo: chiudere i centri e rimpatri

Emergenza migranti, il piano del governo: chiudere i centri e rimpatri

ROMA – Come scrive Francesco Verderami del Corriere della Sera: “Dopo aver allagato i campi del Sud e le periferie del Nord, il fiume ha invaso i centri di tutt’Italia. È un’alluvione di disperati. L’esodo biblico di migranti non trova più sbocchi nemmeno alle frontiere, dove i Paesi confinanti hanno alzato gli argini senza preoccuparsi del fatto che – nella piena – sta affogando anche l’Europa”.

Così  se la trattativa a Bruxelles sul piano Juncker dovesse fallire, “allora – come ha preannunciato Angelino Alfano ai suoi collaboratori – l’Italia assumerà una posizione molto dura in Europa”.

Tutto ciò porterà a un cambio di linea del Viminale sulla politica di gestione dell’immigrazione: un ripensamento nel sistema di accoglienza dei migranti che oggi vengono scaglionati in giro per il Paese, mentre i partner dell’Unione spingono da tempo verso l’adozione di centri chiusi. Sarebbe una svolta, a cui ne seguirebbe un’altra, legata a una più efficace azione di rimpatrio di quanti non hanno diritto di asilo.

D’altronde il piano Juncker è sempre più in salita, come spiega Repubblica: Per la proposta della Commissione Ue sui ricollocamenti urgenti da Italia e Grecia di 40mila siriani e eritrei, richiedenti protezione internazionale. Il parlamento estone ha respinto il piano di Bruxelles sulla redistribuzione delle quote di rifugiati (…) Fonti rivelano l’intenzione di far circolare, in modo informale, in una sorta di primo test, idee e scenari, su cui trovare un compromesso al vertice dei leader del 25 e 26 giugno. Si pensa a proposte “win-win”, dove vincono sia gli Stati in prima linea, alle prese con l’emergenza, ma anche quelli che non vogliono perdere consenso politico nazionale, “facendosi imporre un nuovo diktat da Bruxelles”.

Ma l’esecutivo Ue si dice pronto “a difendere il suo piano fino all’ultima parola”, obbligatorietà compresa. Il presidente Jean Claude Juncker ammonisce: “Se la solidarietà europea ha una chance di manifestarsi con fermezza e generosità è sull’immigrazione”. Non si parla di quote, afferma. “I governi devono ripartirsi in modo equo e solidale chi chiede protezione internazionale. Persone che non possono essere lasciate alle sole cure di Italia, Grecia, Spagna e Malta. E’ un problema di ciascun europeo”. Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca, che godono di regimi speciali, si sono chiamate fuori. Molti Paesi sono arroccati sulle proprie posizioni, e a seconda dello schieramento di appartenenza, si propongono visioni diverse, in un risiko psicologico. Stando alle analisi che vengono fatte circolare dalle capitali nettamente contrarie al meccanismo obbligatorio, come Paesi baltici, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, ci sarebbero già i numeri per un blocco di minoranza.