Esodati: “Protetti Altri 55mila”. Fornero nella tenaglia dei partiti

Pubblicato il 19 Giugno 2012 - 16:56 OLTRE 6 MESI FA

Elsa Fornero (Foto Lapresse)

ROMA – Sono 65mila quelli salvaguardati dal decreto Salva Italia del governo. Ne restano altri 55mila e saranno garantiti anche quelli. Di questi 40 mila formati da lavoratori in mobilità. Facendo debita addizione i lavoratori esodati, secondo il ministro Elsa Fornero, arrivano al numero di 120mila. Siamo lontani dalle stime ultime pubblicate dall’Inps (390mila), ma evidentemente il governo di più non può fare sul delicato fronte dei lavoratori già usciti dal lavoro che rischiano di rimanere senza reddito e senza assegno visto che l’ultima riforma ha allungato i tempi della pensione. Garantiti, aggiunge il ministro, anche i lavoratori di Termini Imerese in cassintegrazione. Fronte delicato e tutto politico. Il ministro del Welfare martedì incontra i capigruppo della maggioranza per dare un’ultima limata alla riforma del lavoro. Dice loro che sugli esodati è disponibile ad aprire un tavolo tecnico. Pdl e Pd mettono le loro condizioni.

Il Pdl non ha digerito la troppa rigidità impressa alla flessibilità in entrata, ovvero quei paletti messi ai contratti atipici che poco piacciono alle imprese. E nemmeno il percorso seguito sull’articolo 18. Prima pareva che il governo lo volesse smantellare, poi si è scesi a consigli molto più miti oltre che annacquati. Il Pd dal canto suo mette una condizione al via libera: che venga risolta la questione esodati anche se ancora parti sociali e governo non concordano sul numero. Che il ministro stia cercando di smussare le resistenze del Partito Democratico lo dicono due fatti. Il primo è costituito proprio dagli esodati: dai 65mila inizialmente coperti dal governo (erano stati stanziati a dicembre 5 miliardi in 7 anni. Giusti giusti per 65mila) a 120mila. E poi un’apertura sull’estensione dei sussidi di disoccupazione proprio per gli esodati.

Il ministro Fornero vuole chiudere la trattativa, consapevole di essere stretta in una tenaglia: da una parte il premier Monti vuole arrivare con una riforma importante approvata entro ilo vertice europeo del 28 giugno. Dall’atra i partiti che non vogliono concedere tutto “gratis”. Nella medesima ottica si può leggere l’intervento del presidente di Confindustria Squinzi che, abbandonando per una volta il lessico formale, definisce la riforma una “boiata”.