Alessandro Di Battista, il ritorno: “Se dopo europee casca il governo, mi ricandido”

di Daniela Lauria
Pubblicato il 3 Maggio 2019 - 22:24 OLTRE 6 MESI FA
Alessandro Di Battista, il ritorno: "Se dopo europee casca il governo, mi ricandido"

Alessandro Di Battista, il ritorno: “Se dopo europee casca il governo, mi ricandido”

ROMA – “Se dopo le europee dovesse cascare il governo, mi ricandido”. Lo ha annunciato Alessandro Di Battista in una intervista ad Accordi e Disaccordi in onda sul Nove, che ha colto tutti di sorpresa. In primis perché dopo mesi di silenzio l’ex parlamentare 5 Stelle si dice pronto a tornare in campo, mettendo da parte la mistica India, dove più volte ha detto di voler andare quest’estate. E poi perché un simile annuncio lascia intendere che anche in casa M5s va maturando l’ipotesi di una crisi di governo all’indomani del 26 maggio.

Si prospetta dunque un nuovo scenario, molto meno esotico: una nuova campagna elettorale all’arrembaggio con Super Dibba a capo dell’ala movimentista grillina e allo scontro diretto con la destra di Salvini. Naturalmente Di Battista si affretta subito a smentire che questa sua apertura possa significare una dichiarazione di guerra interna contro l’amico Di Maio. “No, questo no. C’è Luigi che è capo politico”, risponde secco ad una domanda in proposito.

Così come smentisce con la stessa sicurezza un’altra voce che circola da mesi e cioè che sarebbe sempre lui il candidato del Movimento pronto a sostituire Virginia Raggi alla guida della Capitale. “No, non è plausibile. Non sono all’altezza di essere il sindaco di Roma. Virginia Raggi è stata all’altezza sempre di più”.

Ma Dibba preferisce essere prudente e ci tiene a precisare che le possibilità di elezioni anticipate non sono così alte: “Io mi auguro con tutto il cuore che le prossime politiche ci siano tra 4 anni perché non mi auguro certo la caduta di questo governo”. Tuttavia aggiunge: “Non me lo auguro e non credo che avverrà anche perché questo governo, per merito dei 5 stelle, sta portando avanti cose interessanti, ma a settembre-ottobre mi ricandiderei”.

Bene infine il premier Giuseppe Conte che a giudizio di Dibba ha fatto la scelta giusta sul caso Siri: “Il punto non è l’inchiesta e l’ha colto bene il presidente del Consiglio: il punto è che il sottosegretario Siri ha utilizzato il proprio potere per piazzare degli emendamenti che erano delle marchette nei confronti di Arata, cioè, ha utilizzato il suo incarico pubblico per un interesse personale”. (Fonte: Accordi e Disaccordi)