Ex Ilva, Conte: “Lavoriamo al piano industriale, lo Stato ci metterà la faccia” VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Dicembre 2019 - 19:24| Aggiornato il 25 Dicembre 2019 OLTRE 6 MESI FA
Ex Ilva, Conte a Taranto: Stato ci mette la faccia, rilanciamo la città

Ex Ilva, il premier Giuseppe Conte a Taranto (Foto ANSA)

ROMA – Il premier Giuseppe Conte nel giorno della vigilia di Natale arriva a Taranto e assicura che sull’ex Ilva “lo Stato ci metterà la faccia”. Una presenza, quella del premier, che vuole rassicurare i cittadini sul fatto che il governo è attento alla vicenda di Arcelor Mittal ed è pronto a impegnarsi per rilanciare la città.

Conte ha dichiarato: “Stiamo lavorando al piano industriale, abbiamo ormai confermato che ci sarà il coinvolgimento dello Stato, lo Stato ci metterà la faccia. Vogliamo migliorare questo piano, renderlo sempre meno carbonizzato, lo Stato è una garanzia per tutti”.

Poi ha aggiunto: “Sono qui per portare la testimonianza dell’attenzione e della premura per questa comunità ferita. Quando sono venuto qui ho promesso che il sistema Italia avrebbe lavorato per alleviare le sofferenze”. L’obiettivo del decreto “cantiere Taranto” che il governo è chiamato a varare nei prossimi giorni, spiega, è quello di rilanciare la città: “Alcune misure le abbiamo approvate, altre le approveremo. Nel complesso sta venendo una bella risposta che offriamo per il rilancio di questa città. Sono molto fiducioso, l’Italia è membro del G7, è impossibile che l’Italia non riesca a risollevare una città”.

A chi lo accusa di aver inscenato una passerella a Taranto, Conte replica: “No, è una passerella perché ci siete voi. Io non vi ho chiamato. Ora, per favore, non mi seguite, andate dalle vostre famiglie come è giusto che sia”. Il premier ha poi incontrato i piccoli pazienti del reparto di Oncoematologia pediatrica e i loro genitori all’ospedale Santissima Annunziata.

Conte ha avuto un colloquio con la mamma di uno dei bimbi deceduto il 25 gennaio scorso. “Ho detto al premier – ha riferito la mamma del 15enne scomparso – che questo è il primo Natale senza mio figlio, gli ho lasciato la maglietta con l’immagine di Giorgio e ho ribadito che per noi la fabbrica va chiusa perché qui ci ammaliamo e moriamo. Gli ho detto che se un giorno mi dovessero trovare un tumore la faccio chiudere io quella fabbrica. Il premier non mi ha risposto in quel momento. Poi insistendo mi ha detto che stanno lavorando per la decarbonizzazione”.

La signora ha osservato che “questo non è giusto perché a Genova invece è stata chiusa l’area a caldo in quanto considerata incompatibile con la vita umana e devono chiuderla anche qua perché non siamo cittadini di serie B”.(Fonte ANSA e Video da Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev)