Quante sono le “falci e martello”: partiti e partitini a sinistra del Pd

Pubblicato il 30 Agosto 2010 - 13:49 OLTRE 6 MESI FA

Frazionare, dividersi, sciogliersi, riprendersi, si sa, è un po’ la passione della sinistra italiana. Almeno lo è da quando si sciolse il Partito comunista italiano. E allora vale la pena, anche oggi, fare un’esplorazione nella galassia degli “ancora comunisti”, delle falci e martello, di tutti quei partiti, partitini e formazioni politiche alla “sinistra” del Pd. Partiti, sigle, federazioni, nate da rotture, fratture, ulteriori divisioni. Perché, è bene saperlo, la sinistra cosiddetta “radicale” non è solo quella di Nichi Vendola. A sinistra del Pd c’è una galassia ben più ampia e inesplorata.

Le sigle che si posizionano politicamente a sinistra dei Democratici sono ben otto: “Sinistra, ecologia e Libertà”, “Federazione della sinistra”, i Verdi (quelli di Bonelli), il “Partito comunista dei lavoratori”, “Sinistra critica”, il “Partito di Alternativa Comunista”, il “Partito marxista leninista italiano”, i “Comunisti sinistra popolare”. Formazione politiche spesso nate dall’unione di gruppi “scissionisti” venuti da altri partiti di sinistra. Partiti che comunque, nel loro piccolo, portano con sè la loro percentuale di voti e che, se messi insieme, potrebbero anche “dare una mano” al Pd in fatto di voti alle prossime elezioni.

Ma vediamo la loro composizione. Partiamo dal partito di Vendola, “Sinistra, ecologia e Libertà” che i sondaggi danno tra il 4 e il 6% delle preferenze.  La sigla è formata dalla ‘Sinistra democratica’ di Mussi, dagli ex Ds che non hanno aderito al Pd perché contrari al progetto dei Democrat, dai “vendoliani” usciti dal Prc poco dopo l’elezione di Paolo Ferrero a segretario nel 2008, dai Verdi di Paolo Cento e Loredana de Petris. La specificazione qui è necessaria perché, fenomeno noto solo in Italia, di “Verdi” ce ne sono due “tipi”: quelli che sono di fatto usciti dal partito e hanno aderito alla formazione politica di Vendola, e quelli (vincitori all’ultimo congresso) che hanno mantenuto la propria sigla e insieme la propria autonomia. Questi ultimi hanno come presidente Angelo Bonelli e dai sondaggi sono tra lo 0,5 e lo 0,8% delle preferenze.

Andando avanti nella “galassia delle falci e martello”, troviamo la ‘Federazione della sinistra’, formata dal Prc di Paolo Ferrero, dal ‘Partito dei comunisti italiani’ di Diliberto, dai ‘Socialisti 2000’ di Salvi, dal ‘Lavoro e solidarietà’ di Patta. Per i sondaggi è una sigla che arriverebbe all’1,5% alle prossime elezioni.

Dopo di che, verso la coda dell’universo della “sinistra critica”  ci sono i piccoli partiti. Il “Partito comunista dei lavoratori” di Marco Ferrando che si è da poco unito con l’Organizzazione comunista di alternativa proletaria. C’è “Sinistra Critica”, ex corrente del Prc distaccata che ha tra i suoi dirigenti Malabarba, Turigliatto e Cannavò. C’è il “Partito di alternativa comunista”, sezione italiana della “Lega internazionale dei lavoratori  – Quarta Internazionale”, nato per scissione da una parte della corrente trotskista del Prc. Infine ci sono il “Partito marxistista leninista italiano” di Mino Pasca e i “Comunisti sinistra popolare” di Marco Rizzo, espulso dal Pdci.