Famiglia Cristiana/ Don Sciortino incalza: “Con Dio non è possibile stabilire nessun ‘lodo’, tanto meno chiedergli l’immunità morale

Pubblicato il 23 Giugno 2009 - 18:05 OLTRE 6 MESI FA

«In altre nazioni se i politici vengono meno alle regole (anche minime) o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni. Perché tanta diversità in Italia? L’autorità senza esemplarità di comportamenti non ha alcuna autorevolezza e forza morale. È pura ipocrisia o convenienza di interessi privati. Chi esercita il potere, anche con un ampio consenso di popolo, non può pretendere una ‘zona franca’ dall’etica. Né pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa: è il classico ‘piatto di lenticchie’, da respingere al mittente».

Così si chiude il duro editoriale di Famiglia Cristiana dedica al ‘caso delle feste del premier’.
Nella tradizionale rubrica “Colloqui col padre”, don Sciortino sottolinea che «A poco servono imbarazzanti e deboli difese d’ufficio dei vari ‘corifei’,’caudatari’ o ‘maschere salmodianti’ (come li ha definiti qualcuno), che ci propinano a ogni ora ritornelli e moduli stantii, a difesa dell’indifendibile».

Ancora peggio, poi, «quando ‘la pezza è più grande dello sbrego’ come si dice, e si definisce il presidente del Consiglio ‘l’utilizzatore finale’ di un giro di prestazioni a pagamento (ammesso che sia vero), e si considerano le donne ‘merce’, di cui ‘si potrebbe averne quantitativi gratis».

Conclude don Sciortino: «Non basta la legittimazione del voto popolare o la pretesa del ‘buon governo’ per giustificare qualsiasi comportamento, perché con Dio non è possibile stabilire un ‘lodo’, tanto meno chiedergli l”immunita’ morale’. La morale è uguale per tutti: più alta è la responsabilità, più si ha il dovere del buon esempio. E della coerenza, che è ancora una virtù, e dà credibilità alle persone e alle loro azioni».