Family Day: c’era Andrea Insabato, attentatore Manifesto

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Febbraio 2016 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Family Day: c'era Andrea Insabato, attentatore Manifesto

Andrea Insabato al Family Day

ROMA – Family Day, c’era anche Andrea Insabato, l’ex estremista di destra condannato per l’attentato alla sede del quotidiano Il Manifesto nel 2000, tra i partecipanti alla manifestazione organizzata dalle associazioni cattoliche contro il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili.

A rivelarlo è il quotidiano online Gayburg, che mostra un frame tratto da un video girato dal programma ‘Gazebo’.

Insabato è l’uomo condannato con rito abbreviato a dodici anni per strage. Nello specifico, fu lui ad organizzare l’attentato che il 22 dicembre del 2000 scosse muri e finestre della redazione di via Tomacelli, nel pieno centro di Roma, piazzando una bomba proprio davanti alla porta della sede del giornale.

Repubblica ricostruisce quell’episodio:

“Sul pianerottolo resta un uomo con gravi ferite alla gambe: è Andrea Insabato. Perde sangue, lo aiutano il responsabile del settore cultura del Manifesto, Benedetto Vecchio, e il dirigente dell’ufficio pubblicità Maurizio Ferrini. Lo vedono ferito, sentono le sue invocazioni e lo aiutano come possono. Il loro intervento gli salva la vita.

Nei giorni successivi Insabato si difende: “Non sono stato io a mettere la bomba – dice – avevo un appuntamento con un giornalista al quale volevo proporre un’iniziativa a favore della Palestina. Non ho portato io l’ordigno”. Il fratello di Insabato invece azzarda un’altra ipotesi: “Potrebbe essere stato usato da qualcuno che l’ha contattato per servirsene. Se è stato lui ad aver messo la bomba, non sapeva quello che c’era dentro”. I giudici però si sono convinti della colpevolezza dell’ex terrorista di destra.

E lo hanno condannato a dodici anni.

Ma chi è Insabato? Anche in questo caso a ricostruire la biografia dell’uomo è Repubblica: 

“Insabato è noto alle forze dell’ordine per la sua militanza “nera”, fatta di legami con il gruppo “Terza Posizione”. Pluricondannato e coinvolto in alcune inchieste sui Nar, è stato arrestato a Roma all’inizio degli anni ’90 per azioni razziste e antisemite.

Le sue prime azioni risalgono a metà anni ’70. Nel 1976 venne arrestato, a soli 17 anni, per aver partecipato all’ assalto della sezione del Pci di via Tigrè sparando anche alcuni colpi di pistola calibro 22. Nel 1983 – anni di terrorismo – fu arrestato e inquisito per banda armata. Nel ’92, allo stadio Olimpico, durante la partita Lazio-Torino incendiò una bandiera israeliana al grido di “ebrei ai forni”. Ha poi fondato un suo movimento, denominato “Rinascita Nazionale”, che aggregava, secondo la Digos, non più di sette-otto persone.

Di questo gruppuscolo però si trova traccia anche in Rete, nel foglio anarchico francese “Humeurs Noires” di denuncia contro l’estrema destra e la xenofobia. Vi si parla di “Legioni nere” croate, nelle quali avrebbero militato mercenari italiani reclutati dallo stesso Insabato”.