Fassina accusa Veltroni: “Articolo 18? Se è con Fornero, sta col Pdl”

Pubblicato il 20 Febbraio 2012 - 08:44 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il governo Monti non e' quello di Pier Luigi Bersani perche' ''non fara' il 100 per cento di quello che faremmo noi''. Walter Veltroni, invece, sta a suo agio con i professori e anche su quella che si annuncia la madre delle battaglie, l'art.18, sembra piu' vicino al ministro Fornero che alla posizione del Pd.

''Non e' un tabu', non bisogna fermarsi davanti ai santuari del no che hanno paralizzato l'Italia'', sostiene l'ex segretario riaprendo lo scontro nel Pd e attirandosi niente meno che l'accusa di ''essere in linea con il Pdl'' da parte del responsabile economico Stefano Fassina.

Sulla riforma del mercato del lavoro il Pd ha trovato un faticoso equilibrio sulla proposta che prevede la possibilita' di licenziare nei tre anni di durata del contratto di ingresso. L'articolo 18, in questo modo, non sarebbe toccato e Bersani ammette solo ''un ammodernamento'' dopo che si e' affrontato il problema del precariato e degli ammortizzatori sociali.

Veltroni, favorevole invece alla proposta di flexsecurity di Pietro Ichino, riapre, con un'intervista a Repubblica, la vexata questio, andando in realta' oltre e vedendo nel ''riformismo'' del governo Monti un modello futuro per il Pd. Tesi che trova d'accordo anche il vicesegretario Enrico Letta, per il quale ''non dobbiamo cedere Monti alla destra''.

Ma e' nella necessita' di ''cambiare un mercato del lavoro che continua a emarginare i giovani'', magari aprendo a modifiche sull'articolo 18, che l'ex leader Pd provoca la levata di scudi dei ''laburisti'' del partito. Fassina, che aveva gia' ingaggiato una polemica durissima con Ichino, non va leggero: ''la posizione di Veltroni e' minoritaria e più vicina, invece, alla linea del 'pensiero unico' e alle proposte del centrodestra''.

Il responsabile economico del Pd contesta l'entusiasmo di Veltroni per il riformismo di Monti: ''Se fosse l'orizzonte di una forza progressista come il Pd alle prossime elezioni dovremmo presentarci insieme al Pdl, oltre che al Terzo Polo: una sorta di partito unico del pensiero unico e questo sarebbe la fine della politica, non solo della democrazia dell' alternanza''.

Critiche che alludono ai sospetti dentro il Pd su manovre per una ''Grosse Koalition'' dopo il governo dei Professori. L'attacco del responsabile economico provoca una reazione in difesa di Veltroni anche da parte di chi non condivide le proposte nel merito.

A parte il veltroniano Walter Verini, che da' a Fassina dell'intollerante, anche Marina Sereni e Dario Ginefra invitano a rispettare le posizioni di tutti ''perche' il Pd e' un grande partito dove ci si confronta senza scomuniche''.

E Cesare Damiano, strenuo difensore dell'articolo 18, prende le distanze dal merito della tesi di Veltroni ma e' attento a precisare che ognuno ''puo' esprimere le sue libere opinioni, al di la' degli orientamenti largamente prevalenti nel partito, dei quali pure occorrerebbe tenere conto''.