Fassina: "La linea di Ichino ha il 2%". E' ancora polemica

Pubblicato il 25 Novembre 2011 - 20:33 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 25 NOV – ''La vicenda è chiusa. Hanno parlato i vertici, i segretari regionali, i militanti. Tutti mi hanno difeso''. Stefano Fassina, responsabile economico del pd finito nel mirino dei liberal per le sue posizioni anti-Bce , vorrebbe mettere fine alle polemiche.

Ma i toni della sua intervista a 'La Repubbica' riaprono lo scontro, proprio quando il segretario Pierluigi Bersani ribadisce che nel Pd ''serve il contributo di tutti i dirigenti del partito'' e sostiene che ''il tema non e' quello di chiedere l'allontanamento delle persone che gia' ci sono, ma semmai quello di lavorare insieme''.

Fassina riacutizza le tensioni nel momento in cui vuole 'certificare' l'inconsistenza numerica dei suoi avversari interni: la linea di Ichino, dice seccamente, ''ha il due per cento''. Il suo atteggiamento pero' irrita una larga fetta del partito che, pur avendolo difeso in questi giorni, coglie nelle sue parole un' esacerbazione al limite dell'arroganza e gli ricorda che i 'no' alle sue dimissioni non si possono tradurre sic et simpliciter in una adesione alle sue tesi.

Sono in molti a bacchettarlo: secondo Andrea Martella, di area MoDem, Fassina ''ha usato toni arroganti e sbagliati nei confronti del ruolo di Pietro Ichino e del peso che le sue proposte hanno nell'opinione pubblica e all'interno del centrosinistra e del Pd''.

''Il Pd sara' il baricentro della 'fase nuova' che si e' aperta con le dimissioni di Berlusconi e l'avvio del governo Monti solo se tiene la barra dritta e lavora in squadra'', avverte Dario Franceschini.

Una censura a Fassina arriva anche dal lettiano Marco Meloni, secondo il quale il responsabile economico ''ha irriso chi non la pensa come lui''. Sulla stessa linea Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche ed anch'egli uomo del vicesegretario Letta : ''Stefano Fassina dimostra di fraintendere il sostegno che gran parte del partito gli ha accordato poco meno di 48 ore fa, in risposta a un'intempestiva richiesta di dimissioni, con la condivisione tout court delle sue posizioni. Mi auguro si tratti di una scivolata involontaria e che venga smentita''.

In serata interviene lo stesso Pietro Ichino: ''''Dire che la mia proposta e' condivisa soltanto dal 2 percento del partito e' una forzatura, un po' offensiva riguardo al gruppo Pd del Senato''.

Non replica Fassina, alla vigilia della Conferenza nazionale per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa organizzata a Monza dai Democratici. Sara' proprio il suo intervento ad aprire il dibattito alla Villa Reale della citta' brianzola.

Lo scontro di questi giorni e' il sintomo di un un malumore molto ampio che serpeggia da tempo all'interno del partito, dove si scontrano due visioni opposte su quale debba essere la linea del Pd in materia di lavoro, pensioni, politica economica.

Da una parte i sostenitori della mozione Ichino, quella che vorrebbe introdurre maggiore flessibilita' anche in Italia, e che, a quanto dichiarato nel discorso di insediamento, non dispiace al premier Mario Monti. Dall'altra parte della barricata coloro, come Fassina, che sono convinti che rivedere le norme sui licenziamenti sia dannoso o addirittura inutile per la crescita e paventano l'appiattimento dei democratici sulle linee della Bce.