Il no di Fazio alle “voci pro vita” nella sua “Vieni via con me” spacca la sinistra

Pubblicato il 27 Novembre 2010 - 19:25 OLTRE 6 MESI FA

Il rifiuto di Fabio Fazio e Roberto Saviano di dare voce a posizioni “pro vita”, tanto crudeli quanto lecite, sta spaccando la sinistra.

Ecco alcune dichiarazioni.

MERLO (PD) – Bisogna rispettare il format del programma, ma il format deve rispettare il pluralismo, afferma Giorgio Merlo, deputato del Pd e vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai. ”I format delle trasmissioni vanno sempre rispettati e qualunque decisione che li riguarda va sempre concordata anche con gli autori e il conduttore della trasmissione stessa. Purche’ il format, quando si parla di Rai, rispetti le regole che sono alla base del servizio pubblico. Vale per i Tg e per i talk show di approfondimento politico e giornalistico. E vale anche per le ‘rubriche culturali’ di successo come quella di Fazio e Saviano. E il rispetto del pluralismo, fino a prova contraria, e’ ancora un presupposto essenziale e decisivo per la Rai”.

”La polemica legata alla trasmissione di Fazio e Saviano sulla possibilità o meno di dar voce a tutte le sensibilità culturali ed etiche sul tema della fine vita – al di la’ delle polemiche piu’ o meno interessate – ci dice una cosa sola: ormai le decisioni del Cda Rai, qualunque esse siano, possono essere tranquillamente aggirate dalle singole trasmissioni, dai conduttori e dagli autori”.

”E la risposta negativa e senza appello di Fazio all’invito di far parlare tutti a Vieni via con me  su un tema cosi’ delicato, ne è la conferma plateale. Un vertice aziendale, dunque, che deve sottostare alle volonta’ dei nuovi protagonisti della Tv. Una sorta di resa incondizionata preoccupante e singolare”.

DILIBERTO  (Federazione della sinistra) – ”Di questo passo si va diritti allo sfacelo dell’intelligenza”, afferma Oliviero Diliberto, portavoce nazionale della Federazione della sinistra.”Se passa il principio che, all’indomani di una trasmissione o di un programma o di un servizio televisivo, chiunque sia stato chiamato in causa, in modo diretto o indiretto, possa chiedere il diritto di replicare significa che siamo gia’ entrati, con tutti e due i piedi, nella civilta’ del ‘bunga-bunga’ culturale, dove non esiste più l’estro giornalistico o la liberta’ di espressione o il pluralismo del servizio pubblico. Di questo passo si va diritti allo sfacelo dell’intelligenza”.

”Ho visto poche volte una pressione cosi’ violenta come quella che si e’ scatenata contro Fazio e Saviano. E poche volte ho vista personaggi dei media – come loro sono – rispondere con tanta fermezza, discrezione e dignita”’.

”Prima ancora che dar loro la mia solidarieta’, che e’ scontata, desidero ringraziarli. In un paese allo sfacelo, senza piu’ principi, che tratta l’etica come un elastico,e’ probabile che la loro fermezza non sia senza conseguenze. Per questo il popolo della sinistra deve stargli accanto, fargli sentire la stima e l’orgoglio che nutriamo per il loro esemplare comportamento. E difenderli. Lo meritano”.

BOBBA (Pd) – ”La decisione di Roberto Saviano e di Fabio Fazio di non dare la parola nella loro trasmissione alle associazioni pro-vita e’ grave e rappresenta una negazione della natura stessa del servizio pubblico” afferma il deputato del Pd, Luigi Bobba. ”Rispetto e apprezzo il modo di fare televisione di Saviano e di Fazio e la qualita’ del loro programma, nettamente superiore a quanto la tv pubblica e privata e’ abituata a propinarci, ma non e’ accettabile che indossino i panni di ‘pontefici’ laici definendo ‘atto d’amore’ solo cio’ che piace a loro. Dare parola alle associazioni pro-vita non vorrebbe solo dire rispettare la regola del contraddittorio, ma raccontare le storie di tante persone e famiglie che non si arrendono, che combattono e che vorrebbero solo on essere lasciate sole. Fazio e Saviano decidendo di non dare loro la parola non hanno fatto altro che accrescere questa drammatica solitudine. Una scelta che non ha nulla di laico ne’ nulla di sinistra. E, soprattutto, che non ha nulla da vedere con quello che dovrebbe essere un servizio pubblico pagato dagli italiani”.

FRANCO (Pd) – ”Non alimentiamo polemiche artificiose fra chi vorrebbe rappresentare una cultura della vita e chi una cultura della morte. Penso che potremmo tutti ritrovarci sulla liberta’ di scelta”, afferma la senatrice del Pd Vittoria Franco. ”Nessuno puo’ pretendere che una trasmissione televisiva libera e autonoma possa costituire una piazza in cui rappresentare le proprie tifoserie. Il rischio è che si creino unicamente delle contrapposizioni frontali da cui potrebbe essere impossibile poi uscire, smentendo e svilendo il ruolo della politica che e’ proprio quello di essere propositiva”.

COSCIONI (Pr) – “Il malato deve essere informato ed avere i mezzi adeguati per scegliere: nulla di più e nulla di meno”, per la deputata radicale Maria Antonietta Farina Coscioni, che  ha chiesto a Fabio Fazio e Roberto Saviano di essere ospitata per leggere il suo ‘decalogo per la vita’. “Siamo alla fiera dell’ipocrisia  e delle vanità che arriva a lottare per accaparrarsi soldi pubblici per associazioni private. Beninteso: in nome dei malati. Non già per consentire a tutti i malati e i disabili pari opportunità nell’ ottenere cura ed assistenza, ausili, per migliorare la qualità della vita dal momento della diagnosi al momento della morte consentendo loro di scegliere”. La deputata chiede che con i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) “siano assicurati i fondi necessari per assicurare la qualità della vita del malato e del disabile e che siano accreditati a questi ultimi senza mediazioni e condizioni. Sottrarre ad esempio milioni di euro dalle mani del malato per trasferirli sulla scrivania di una associazione – aggiunge – non è a mio avviso una procedura difendibile, tanto meno ascrivibile al campo del sostegno e della assistenza alla persona disabile. Sia il malato e il disabile, o altri da lui delegati in caso di sua impossibilità, a decidere dove e come vuole vivere la malattia in ospedale o a casa nel caso ciò sia possibile”.

BINDI – A Vieni via con me ”ci starebbe benissimo anche un elenco delle ragioni di chi continua a sperare contro ogni speranza di guarigione, di chi vuole vivere contro ogni apparente ragione di vita”: dice Rosy Bindi, presidente del Pd, che ha postato sul suo blog un ‘elenco per la laicita’ e il pluralismo’. Spazio dunque alle ragioni della vita ”non per accontentare questo o quello schieramento ideologico, questo o quel leader di partito, ma per far sentire nuovi suoni e nuove sensibilita’. Piu’ semplicemente e laicamente, per rispettare la pluralita’ della societa’ italiana”.

Per la vicepresidente della Camera, ”Vieni via con me non e’ una tribuna politica ed e’ sciocco ragionare come se ci fosse l’obbligo di risarcire una parte. Ma e’ pur sempre un programma del servizio pubblico. E la Rai, nonostante i tentativi di snaturare la sua missione, ha il dovere di rappresentare le tante facce della realta’ italiana. A maggior ragione quando ci si inoltra in un territorio come quello della malattia e della fine della vita, cosi’ difficile e ricco di implicazioni etiche e sociali”.

Rosy Bindi non pensa che ”gli elenchi proposti da papa’ Englaro e Mina Welby fossero uno spot ‘pro morte’. E provo ancora tristezza per la violenza con cui furono giudicati. E provo ancora sofferenza per il divieto che fu imposto al funerale religioso di Piergiorgio Welby. Entrambi rischiano pero’ di diventare due bandiere della battaglia in favore della legalizzazione dell’eutanasia. E grazie alla ribalta televisiva la loro testimonianza umana rischia di trasformarsi in un manifesto politico se accanto a loro non avranno voce quei familiari o quei malati che hanno fatto una scelta diversa ma altrettanto piena di amore e dignita”’.

”Ripeto, non si tratta affatto di un problema di par condicio. Al contrario, si tratta di sottrarre i temi della vita e della morte, che interpellano nel profondo ciascuno di noi, allo schema avvelenato delle contrapposizioni ideologiche. Per evitare gli anatemi reciproci e aiutare invece il paese a crescere nella laicita’ e nel valore delle differenze”.

VALDESI- ”Quale par condicio e’ stata garantita alle altre comunita’ di fede che hanno un’idea della vita diversa da quella della Chiesa cattolica?”. Cosi’ i valdesi, attraverso la pastora Maria Bonafede, moderatore della Tavola valdese, intervengono sul dibattito in atto attorno alla trasmissione ‘Vieni via con me’ e alla richiesta di far intervenire le organizzazioni pro-vita in replica a quanto affermato nelle scorse puntate in tema di eutanasia.

”Chi ha mai visto – si chiede Bonafede – un pastore o un teologo protestante invitato in un talk show che abbia potuto spiegare che dal suo punto di vista la vita non e’ soltanto un cuore che batte grazie a una macchina ma e’ anche una relazione? Che proprio l’amore di Dio per le sue creature dovrebbe risparmiare inutili e artificiali sofferenze? Che proprio la dignita’ della persona a immagine di Dio impone di rispettare cio’ che lei, lucidamente e in liberta’, ha chiesto nel caso di una malattia che la costringesse a una vita artificiale? Queste testimonianze in televisione – osserva Bonafede – non sono arrivate perche’ quando si parla di bioetica nel nostro sistema della comunicazione c’e’ spazio solo per i casi umani, qualche anticlericale e per il monsignore di turno”.

META (Pd)- ”Strattonare il pluralismo da una parte o dall’altra, in ragione di principi e valori eterodiretti dalla politica, non fa certamente bene alla Rai”, è il punto di vista di Michele Meta, capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera. ”Se c’e’ una responsabilita’ per l’ennesima aggressione all’autonomia di una trasmissione di successo come Vieni via con me essa riguarda la politica e il grave coinvolgimento del cda in polemiche che si sarebbero dovute tenere fuori. Soprattutto se, stando a quanto e’ accaduto, si tiene ben presente che Englaro ha letto un articolo della Costituzione e la Welby ha letto parole del marito scritte sul punto di morire. Episodi, questi, gia’ strumentalizzati dalla politica che farebbe meglio a evitare di accanirsi”.

FARINONE(Pd) – ”Da Fazio e Saviano serve maggiore apertura. Non bisogna avere paura di dare voce anche a chi difende la vita, a chi non e’ d’accordo a staccare la spina’, dice  il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei. ”E’ un tema delicato che il servizio pubblico non dovrebbe affrontare con posizioni di parte. ‘Vieni via con me’ e’ e’ un trasmissione che fa riflettere, e questo puo’ avvenire se vengono rappresentate tutte le parti”.