Festa de L’Unità, manager della Legacoop avverte il Pd: “Per loro diamo fastidio”

Pubblicato il 20 Agosto 2010 - 13:39 OLTRE 6 MESI FA

”Calzolari ha fatto benissimo a non impegnare il movimento cooperativo alla festa dell’ Unità, festa di un partito che oramai da troppi anni avverte le cooperative come un fastidio e un’anomalia”. Parola di Marco Minella, segretario generale della Camst di Bologna, colosso della ristorazione da 936 milioni di fatturato, targato Legacoop. Il manager interviene con una lettera aperta nelle polemiche sorte dopo la decisione della Lega bolognese, guidata da Gianpiero Calzolari, di disertare per la prima volta i dibattiti alla Festa provinciale dell’ Unità, che si aprirà il 26 agosto.

”Quest’anno preferiamo solo ascoltare i contributi della politica”, hanno spiegato i cooperatori bolognesi. Ma la decisione è stata da molti collegata alla chiacchierata tra Pier Luigi Bersani e il segretario della federazione, Raffaele Donini – intercettata a loro insaputa dai microfoni di una tv nel corso del corteo per la commemorazione del 2 agosto – in cui questi riportava i dubbi del presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini, sul più popolare dei possibili candidati alla poltrona di sindaco, Maurizio Cevenini.

E soprattutto descriveva come ”datato” Luciano Sita, 68 anni, ex assessore della giunta Delbono e grande manager cooperativo, che ha portato la Granarolo alle dimensioni attuali. Sita si è ritirato dalla corsa ma continua a essere un nome molto apprezzato nel mondo delle coop rosse e non solo. E proprio a lui (che aveva espresso alcune perplessità sulla decisione di Legacoop di dare forfait alla Festa) Minella ha indirizzato la lettera aperta, pubblicata dalla stampa locale.

”Qui – rincara – c’è proprio una incapacità del Pd a capire la cooperazione come uno straordinario fenomeno sociale ed economico, e in queste condizioni il dialogo è impossibile”. Il manager nega pure che il (diplomatico) accento sull’ascolto da parte delle coop sia un segno di attenzione: ”No, è una protesta convinta e largamente condivisa”.

Tensioni che hanno scatenato commenti e interpretazioni, divisi tra chi ritiene che i problemi tra Legacoop e Pd siano legati alla intricata situazione bolognese, con i Democratici ancora incerti su candidati e alleanze. E chi invece interpreta il forfait di Legacoop come il segnale più generale di un allontanamento dal Pd, a difesa degli interessi economici delle imprese in un quadro politico sempre più incerto.

Ma il fatto che Legacoop partecipi alle Feste del partito di altre città emiliane – come Reggio Emilia, Modena, Ravenna – fa apparire il problema più bolognese: forse le coop rosse hanno voluto inviare una sorta di avvertimento al Pd che, dopo la vicenda Delbono e la Lega Nord che fa pressione, non può più fare errori nella scelta del candidato sindaco.