Finanziaria: gli enti locali lombardi chiedono al governo di cambiare il sistema dei tagli

Pubblicato il 9 Giugno 2010 - 13:03 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente della Lombardia Roberto Formigoni

Regione, Comuni e Province della Lombardia chiedono al governo di cambiare la manovra finanziaria senza variare il saldo finale ma distribuendo meglio i sacrifici. Per il governatore Formigoni «la manovra salva i Ministeri ai quali dà solo una sforbiciata». Così si è espresso subito dopo l’incontro con i vertici dell’associazione dei Comuni e delle Province lombarde.

Sono due i punti su cui le istituzioni regionali chiedono di fare modifiche. Il primo è il riequilibrio dei sacrifici «perché – ha sottolineato Formigoni – ciascuno dei quattro comparti dello Stato, cioé governo, Regioni, Province e Comuni contribuiscano in identica proporzione». Il secondo è premiare gli enti virtuosi che hanno già ridotto o eliminato gli sprechi «perché – ha continuato il governatore – non si può trattare allo stesso modo chi ha percorso un cammino di virtù e chi deve ancora iniziare». Su questo punto le istituzioni della Lombardia sono anche pronte a presentare degli emendamenti. Per Attilio Fontana,  sindaco leghista di Varese e presidente regionale dell’Anci, «è fondamentale ed essenziale che la Lombardia faccia sentire unita la sua voce perché non siamo nella condizione e non vogliamo subire ingiustizie».

Secondo la Finanziaria del governo Berlusconi, nel 2011 e nel 2012, la Lombardia sarà, fra tutte le regioni italiane, quella che dovrà sopportare la più forte riduzione dei fondi. Il governo vuole infatti togliere agli enti locali lombardi più di un miliardo e 330 mila euro. «Il nostro non è un atteggiamento di contrapposizione – ha però precisato Formigoni – ma è la volontà di cambiare la manovra in uno spirito di collaborazione istituzionale e rispettandone i totali». E di questo argomento il governatore parlerà domani alla conferenza Stato-Regioni dedicata alla manovra. Secondo il presidente lombardo, se i 25 miliardi di euro previsti dalla finanziaria fossero ripartiti in modo proporzionato, ciascuno si troverebbe a dover affrontare tagli intorno al 1,5-1,6% «e da questo – secondo il presidente lombardo – il Paese ha solo da guadagnare».

Dalla Regione spiegano invece che il decreto prevede tagli dell’1,22% per lo Stato, contro quelli del 13,28% per le Regioni a Statuto ordinario, del 4,16% per quelle a Statuto speciale, del 3,07% per le Province e del 3,17% per i Comuni. Per gli enti locali, però, esiste anche un effetto indiretto. Oltre ai tagli ai trasferimenti statali, ci saranno sforbiciature anche nei trasferimenti dalle Regioni che avranno infatti meno soldi da distribuire. Vittorio Poma, presidente della Provincia di Pavia, a nome dell’Unione delle Province lombarde, ha detto: «Ci preoccupa l’effetto congiunto». E ha proseguito facendo l’esempio del trasporto pubblico locale. «Se il taglio previsto sarà del 30%, io dovrò recuperare i soldi tagliando altri servizi oppure dovrò tagliare le corse.  “Nei tagli – ha poi concluso Attilio Fontana, sindaco di Varese – si parte dalla spesa storica. Questo significa che per chi non è virtuoso, il taglio è un fuoco d’artificio, per chi è virtuoso è invece l’eliminazione di un servizio: è socialmente ingiusto».