Fini: “Chi pensa che voglio tender imboscate non ha capito nulla”

Pubblicato il 13 Maggio 2010 - 15:44 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

Rimane alta la tensione in casa Pdl. Stanco delle voci che si rincorrono, e che danno per ormai imminente una frattura tra finiani e berluscones, Gianfranco Fini alza la voce e manda a dire ai suoi compagni di partito che l’ala minoritaria che rappresenta non ha nessuna intenzione di far cadere il governo nè di tendere imboscate. Piuttosto l’intenzione è quella di incentivare il dibattito all’interno del Pdl.

Proprio nel giorno in cui viene messo on-line il Comitato nazionale di “Generazione Italia”, l’associazione interna al Pdl che si riconosce nelle posizioni del Presidente della Camera, Fini afferma: “Chi pensa che il gruppo di parlamentari che si riconosce attorno alle questioni che io pongo possa avere come obiettivo quello di far cadere il governo, di tendere imboscate, di rendere più difficile l’azione di governo, non ha capito assolutamente niente”.

“In un grande partito del 35% – aggiunge Fini – tutti coloro che hanno la volontà di porre delle questioni dalle quali muovere un dibattito, tutti coloro che cercano di mettere sale nella minestra, tutti quelli che dicono che è giusto fare così ma magari cercano di farlo meglio, vanno ringraziati, non vanno contestati. Io ho timore semmai del fatto che ci stia una palude in cui non si discute”.

“Proprio perché credo in un partito plurale che ha però dei valori di riferimento comuni – sottolinea Fini – tutto quello che anima il dibattito a mio modo di vedere è benvenuto. Il dibattito non deve nemmeno essere anarchia, questo va detto. Quando il presidente Berlusconi dice ‘discutiamo ma poi dobbiamo trovare un punto di caduta’ ha ragione. L’importante è farlo con rispetto nei confronti di chi magari è cosciente di portare nel dibattito posizioni minoritarie. Io penso sempre che tre, quattro, cinque teste pensino meglio di due”.

A chi gli si lamenta del fatto che i quadri provinciali del Pdl hanno diserato la presentazione di “Generazione Italia”, Fini risponde con una battuta: “Non sanno cosa si sono persi. A lungo andare – aggiunge – anche chi oggi per spirito di faziosità non c’é, capirà di aver commesso un errore, ma non un errore perché oggi non è qui. Una persona commette un errore nel momento in cui pensa che qualsiasi forma di diversità di opinione e in alcuni casi di dissenso equivalga a chissà quale volontà di sedizione o di volontà di remare contro”.

Poco prima la terza carica dello Stato aveva precisato che “i deputati e i senatori che ritengono fondate alcune delle mie osservazioni hanno ben chiaro che il loro preciso dovere è quello di rispettare il programma che tutto il Pdl ha presentato al popolo italiano, perché a partire da me siamo stati eletti tutti sulla scorta di un programma e questo va rispettato”.

Parlando della Lega, Fini poi aggiunge: “La Lega è un alleato strategico, c’è un programma presentato agli elettori da mantenere. Ma su alcune questioni la mia impressione è che noi del Pdl si sia diventati la fotocopia di un originale che è la Lega”.

“Come ben sappiamo – afferma la terza carica dello Stato – un acquirente, così come un elettore che deve scegliere tra l’originale e la fotocopia, sceglie l’originale. Con la Lega bisogna avere un rapporto di reciproca lealtà e rispetto. Ma il Pdl deve avere una sua identità e delle sue sensibilità che non possono coincidenti al cento per cento con quelle dell’alleato”.

Sulla giustizia: “La legalità è un tema centrale soprattutto per un movimento politico di centrodestra. La legalità è rispetto di tutti a partire dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. E proprio perché sappiamo che c’é una magistratura politicizzata dobbiamo elogiare il grande sacrificio della stragrande maggioranza dei magistrati non politicizzati”.

“Noi dobbiamo vigilare perché la legalità sia anche corretta amministrazione – conclude Fini – io non credo che l’Italia sia alla vigilia di momenti come quelli del passato dove c’era una corruzione diffusa. Al contempo credo che dovere di un grande partito sia vigilare, chiedere ai propri componenti massima trasparenza e presentare proposte di legge contro la corruzione perché tutto questo fa parte del patrimonio di un moderno partito di centrodestra”.