Casa di Montecarlo. Frattini e il Governo all’attacco di Fini

Pubblicato il 27 Gennaio 2011 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini

Nel ramo del Parlamento che non presiede, Fini affronta, giovedì 27 gennaio, l’ultimo atto della guerra sulla casa di Montecarlo. Al Senato, nella mattina del 27 gennaio, il ministro degli Esteri Frattini svelerà il contenuto delle carte arrivate dal piccolo stato di Santa Lucia. Secondo le indiscrezioni e gli auspici del centrodestra tutto, lì dentro c’è la prova provata che la società proprietaria dell’appartamento a Montecarlo è intestata a Giancarlo Tulliani, il “cognato” di Fini che ne è stato anche affittuario. Il presidente della Camera ostenta calma, ma se l’eventualità di cui sopra, si rivelasse fondata, dovrebbe rimettere l’incarico, come aveva solennemente promesso. Perdendo la partita e la faccia in un colpo solo.

Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, risponderà ad un’interrogazione presentata dal senatore Luigi Compagna (Pdl) sulla reale proprietà della casa di Montecarlo. ”Un atto di vera e propria indecenza istituzionale”, attaccano i senatori del Terzo Polo, che criticano Renato Schifani per l’immediata calendarizzazione della mozione: quest’atto rivela, sostengono, ”il ruolo politico del presidente del Senato funzionale alle esigenze della maggioranza e del governo”.

Dopo il fuoco incrociato di richieste di dimissioni tra Pdl-Lega e Terzo Polo, che ha preso di mira la terza carica dello Stato e il premier, stamattina il capo della Farnesina risponderà sulla base delle misteriose carte ricevute in questi giorni direttamente da Santa Lucia, l’isoletta caraibica dove hanno sede le società off-shore che sarebbero riconducibili al cognato di Fini, Giancarlo Tulliani. Misteriose perché non richieste con rogatoria dai magistrati, ma spedite dal governo “amico” di Santa Lucia al governo italiano.

La lotta politica diventa così battaglia istituzionale. Schierato con Berlusconi, il leader della Lega Umberto Bossi sollecita come “opportune” le dimissioni di Gianfranco Fini da Montecitorio per incompatibilità con il suo ruolo di capo di partito. Dall’altra parte i finiani che accusano Frattini di essere, come ha detto Carmelo Briguglio, il “fattorino di Lavitola”, riferendosi al direttore dell’Avanti! caro amico di Berlusconi che avrebbe avuto un ruolo centrale nel cercare le prove della appartenenza dell’appartamento monegasco a Tulliani. E Pier Ferdinando Casini  che difende l’alleato da quelle che definisce “accuse ridicole” che dovrebbero essere “valutate dalla magistratura, ed è su questo che noi siamo diversi da loro”. Il Terzo Polo noon ha risparmiato neppure il ministro della Giustizia Angelino Alfano, accusato di essere poco “istituzionale” per aver partecipato alle riunioni con Silvio Berlusconi ed i suoi avvocati.

Fini attende ma non molla: “Io non mi dimetto. Aspetto sereno le decisioni della magistratura”.

[gmap]