Fini al Governo: “Basta galleggiare. E gli indagati vadano a casa”

Pubblicato il 14 Ottobre 2011 - 22:40 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini (Foto LaPresse)

ROMA – Il governo, dopo la fiducia, ”è pienamente legittimato”, tuttavia ”se non apre gli occhi, se non prende atto della realtà del paese, più che governare continuerà a galleggiare”. Gianfranco Fini, dopo il voto alla Camera, è intervenuto alla festa di Futuro e libertà a Terracina e in una intervista pubblica non ha fatto sconti all’esecutivo guidato da Berlusconi, che – ha detto il presidente della Camera – ”non fa gli interessi del paese”. Non lo fa – ha rimarcato Fini – quando di fronte alla ”crisi mette in agenda come priorità il ddl intercettazioni o il processo breve”.

Fini ha puntato l’indice anche contro la Lega e i suoi diktat: ”Se il governo si occupa di quello che accade sopra il Po ignorando le drammatiche condizioni in cui versa il Sud, vuol dire che ha perso di vista la realtà del paese e continua a galleggiare”. Ha quindi rinnovato la stoccata contro il Carroccio: ”La Padania – ha detto – non esiste, ci sono tante questioni nel centro-sud che il governo dovrebbe affrontare”.

Di fronte al vento dell’antipolitica che soffia sul paese, Fini ha indicato una rotta per recuperare il rapporto con i cittadini: a suo giudizio la politica deve cambiare subito registro e ”dare l’esempio”. Come? ”Un ministro, un parlamentare, un consigliere regionale o un sindaco che hanno problemi con la giustizia devono fare un passo indietro”, ha detto il presidente della Camera. ”Per i politici difendere la legalità – ha aggiunto – significa anche non fornire cattivi esempi. La politica deve garantire trasparenza e deve essere consapevole di quanto sia importante essere al di sopra di ogni sospetto”.

”Le forze politiche si impegnino tutte per definire un codice di comportamento per non candidare chi è inquisito. Questo – ha concluso Fini – sarebbe un bel passo avanti”. ”E’ molto triste – ha detto poi il leader di futuro e Libertà – vedere tanti amici, ex amici con i quali sono state condivise battaglie politiche difender l’indifendibile per mantenere poltrone e poltroncine di potere”.

Ha quindi parlato di ”rapporto perverso tra politica e malaffare” e ha criticato il governo sulla riforma della giustizia: ”Non si può avere come obiettivo limitare il potere dei giudici o impedire l’accertamento della verità. E rispondendo alle domande, Fini ha colto l’occasione per rimbeccare Berlusconi a proposito del ‘cancro della magistratura’: ”Ritengo inammissibile che Berlusconi definisca la magistratura un cancro da estirpare. Se ci sono responsabilità tra i magistrati – ha aggiunto il presidente della Camera – c’è il Consiglio Superiore della Magistratura”. E’ tornato infine sul ddl intercettazioni per ribadire che ”in galera ci devono andare i criminali e non i giornalisti”.