Dimissioni Fini, Berlusconi al Quirinale: per il costituzionalista Rebuffa è solo “una mossa teatrale sostenuta da follia eversiva”

Pubblicato il 8 Settembre 2010 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

“I poteri del presidente ella Repubblica in materia di dimissioni del presidente della Camera sono gli stessi che ha sua zia, e per la verità anche la mia”: il costituzionalista Giorgio Rebuffa non ha dubbi sull’inutilità di coinvolgere il Colle nella querelle su Gianfranco Fini. “Del resto, sottolinea in un’intervista alla Stampa, Costituzione e regolamenti parlamentari sono chiarissimi: e comprensibili in questo caso anche ai bambini”.

Sulla sensazione espressa dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dalla sua maggioranze di non sentirsi più rappresentati dal presidente della Camera, Rebuffa è netto: “Che Fini non sia più un’autorità terza è solo un sospetto del presidente del Consiglio e della sua maggioranza. Berlusconi farebbe benissimo a verofocarlao presentandosi in parlamento e chiedendo la fiducia”.

Riguardo ai precedenti di dimissioni da parte di presidenti della Camera, il costituzionalista sottolinea che gli unici casi sono quelli di presidenti della Camera diventati presidenti della Repubblica. L’unico modo per “liberarsi di Fini” sarebbe quello di “provocare la fine della legislatura”, ovvero: “Berlusconi si dimette, facendosi sfiduciare dal parlamento, spiega il profgessore. A quel punto, se si superano e falliscono i tentativi di formare altri governi, si va alle elezioni, il parlamento si scioglie e Fini non è più presidente”.

Ma Berlusconi, nota Rebuffa, “queste cose le sa benissimo. Andare al Quirinale è solo una mossa teatrale sostenuta da follia eversiva”.