Fini: “Se la casa è di Tulliani, lascio la Camera. Ma ora fermiamo il gioco al massacro”

Pubblicato il 25 Settembre 2010 - 20:14| Aggiornato il 26 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

Se Giancarlo Tulliani fosse il vero proprietario della casa a Montecarlo, Fini lascerebbe la presidenza della Camera. Non solo, ma Fini ha ancora negato di sapere se  l’acquirente dell’appartamento che fu di proprietà di An sia stato effettivamente il cognato Giancarlo Tulliani. Anzi, afferma che quando ha saputo che era stato affittato al fratello della compagna Elisabetta si è anche parecchio arrabbiato.

Questo è quanto ha sostenuto il presidente della Camera nel videomessaggio lanciato sui siti finiani e su Youtube dopo una campagna mediatica lunga mesi.

“La casa di Montecarlo appartenente ad An era in condizioni fatiscenti. Fu stimata 230 mila euro e venduta a 300 mila. Gli uffici del partito hanno considerato questa cifra adeguata”. Continua Gianfranco Fini che aggiunge: ”per una casa a Montecarlo è normale vendere attraverso società offshore”.

In tutta la vicenda, ricorda Fini, ”non c’è stato alcun reato, alcun sperpero di denaro pubblico, alcuna tangente, né corruzione né concussione”.

“Non sapevo che la casa di An di Montecarlo fosse affittata a Giancarlo Tulliani. Quando l’ho saputo mi sono preso un’arrabbiatura a dir poco colossale. Su questa vicenda – ha aggiunto il presidente della Camera – la procura di Roma ha aperto un’inchiesta. Io attendo con fiducia l’esito delle indagini”.

“Un affare privato è diventato un affare di Stato, un evento politico-mediatico, una campagna ossessiva per delegittimare la mia persona”, continua il presidente Fini portando l’attenzione sul riverbero che la vicenda ha avuto nel dibattito politico delle ultime settimane. “Di pagine oscure in questa vicenda ce ne sono state anche troppe. C’e’ stata una campagna di illazioni e calunnie condotta dai giornali di centrodestra”.

Fini parla anche della lettera arrivata dai Caraibi, da Santa Lucia, che proverebbe la connessione tra Giancarlo Tulliani e le società off shore proprietarie dell’immobile. “Penso alla trama da film giallo di terzo ordine che ha visto spuntare su siti dominicani la lettera di un ministro di Santa Lucia diffusa da un giornalista ecuadoregno e lanciata in Italia da un sito di gossip a seguito, pensato un po’, delle segnalazioni di attenti lettori. Penso a faccendieri professionisti a spasso nel centro America da settimane, a proposito chi le paga quelle spese?, per trovare la prova regina della mia presunta colpa”.

Fini non coinvolge i servizi segreti però, nonostante i finiani abbiano nei giorni scorsi parlato di attività di ‘dossieraggio’ :”Non penso ai nostri servizi di intelligence, la cui lealtà istituzionale e fuori discussione. Al pari della stima che nutro per il sottosegretario Gianni Letta e per il prefetto Gianni De Gennaro”.

“In 27 anni di Parlamento e 20 alla guida del mio partito non sono mai stato sfiorato da sospetti di illeciti e non ho mai ricevuto nemmeno un semplice avviso di garanzia. Credo di essere tra i pochi, forse l’unico viste le tante bufere giudiziare di questi anni”.

Nonostante questo discorso, nonostante quest’ultima battuta diretta ai tanti che nella stessa maggioranza sono stati coinvolti in varie inchieste giudiziarie, Fini non chiude al governo, anzi. “Chi alimenta il gioco al massacro si fermi pensando lo spettacolo che stiamo dando al Paese.Gli italiani si attendono che la legislatura continui per affrontare i problemi che sono tanti e per rendere migliore la loro vita. Mi auguro che tutti a partire dal presidente del Consiglio siano dello stesso avviso, se così non sarà gli italiani sapranno giudicare e per quel che mi riguarda io ho la coscienza a posto”.

Ecco il video