Dal dito di Fini, alle corna di Leone, Ciampi e Berlusconi, alla lingua di La Russa: i bei gesti della politica italiana

Pubblicato il 23 Aprile 2010 - 08:15 OLTRE 6 MESI FA

In politica, come nella vita della gente comune, i gesti hanno una loro importanza. (Guarda le foto)

Il segno fatto con la mano da Gianfranco Fini all’indirizzo di Silvio Berlusconi, nella tumultuosa direzione del Pdl, che ha suggellato davanti a milioni di italiani sintonizzarti in diretta tv la rottura tra i due co-fondatori del Pdl, ha scatenato la passione alla esegesi, come si trattasse di un papiro biblico.

Infatti il gesto di Fini, il dito puntato come a chiedere se per caso Berlusconi avesse intenzione di cacciarlo dal partito, ha reso perfettamente l’idea del livello cui è arrivato lo scontro tra i due, così come il viso corrucciato di Berlusconi, con tanto di mascella serrata e braccia conserte, mentre Fini spiegava le ragioni del suo dissenso, hanno fatto capire, meglio di tante frasi a effetto, lo stato di irritazione del presidente del Consiglio.

Eloquente anche la reazione di Fini: mentre Berlusconi gli replicava immediatamente (senza aspettare la conclusione dei lavori) dal palco dell’Auditorium, Fini si è alzato di scatto dalla poltrona in prima fila e si è fatto proprio sotto il palco dell’oratore agitando la mano destra con l’indice puntato. Le parole non si sentivano. Il microfono era troppo lontano. Ma il gesto è stato chiarissimo: l’insofferenza dell’uno per il comportamento dell’altro era esplosa non solo nelle parole, ma anche nei gesti, nella fisicità delle movenze.

La politica italiana è ricca di gesti-simbolo, alcuni dei quali passati alla storia.

Passate alla storia delle bassezze italiane le mitiche corna che Giovanni Leone, allora presidente della Repubblica, fece nel 1975, con tutte e due le mani, a un gruppo di studenti di Pisa che gli auguravano di prendersi il colera.

Meno vituperate, perché il personaggio ha sempre goduto della benevolenza degli opinion makers che ne hanno fatto una specie di santino indiscutibile, le corna che mostrò, sempre a due mani, nel 1997, un altro presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi all’epoca ‘dei fatti’, però, ministro del Tesoro. In molti non credevano che l’Italia ce l’avrebbe fatta a mettere a posto i suoi conti per poter adottare l’euro, come gli altri paesi d’Europa e così anche Ciampi volle difendersi dagli ‘uccelli del malaugurio’.

Memorabili anche le corna con le quali Giovanni Goria, nel 1987, da presidente del Consiglio, cercò di respingere gli attacchi di chi, commentando gli insuccessi della sua finanziaria (venne riscritta tre volte), gli predisse che anche il suo governo avrebbe fatto la stessa fine…

Dalle ‘corna scaramantiche’ a quelle ‘goliardiche’ di Berlusconi tutto questo dispiego di gesti poco eleganti ha dato il suo contributo al calo dell’immagine già modesta dell’Italia nel mondo.

Ad aggravare le conseguenze del gesto di Berlusconi, che giustamente si preoccupa dei riflessi dei film e dei libri sulla mafia, c’è il fatto che l’attuale presidente del Consiglio ha scelto per la sua esibizione il palcoscenico internazionale.

Infatti è rimasta negli annali del cattivo gusto della diplomazia internazionale l’immagine di Berlusconi, che, in una celebre foto ricordo tra ministri degli Esteri (a quei tempi aveva l’ interim della Farnesina) al termine del vertice di Caceres. di fronte ai fotografi increduli, alzò l’indice e il mignolo della mano destra dietro la testa del ministro spagnolo Pique.

Gli italiani , o almeno una parte di loro, rise divertita senza pensare che, invece, in Portogallo il ministro dell’Economia Manuel Pinho fu costretto a dimettersi proprio per aver fatto lo stesso gesto ad un deputato dell’opposizione…

Gesti significativi, destinati a restare negli annali della storia parlamentare, sono stati anche lo sputo del senatore Tommaso Barbato ai danni di Nuccio Cusumano che aveva deciso di votare la fiducia al governo Prodi; il verso della scimmia fatto dal deputato dell’Idv, Fabio Evangelisti, verso i colleghi della Lega, dopo che il governo era andato sotto per ben quattro volte sul ddl agricoltura, scenetta culminata con una quasi rissa. Celebre, inoltre, la decisione degli allora senatori del centrodestra Nino Strano e Domenico Gramazio di mangiare della mortadella e stappare una bottiglia di champagne in aula per festeggiare la caduta del governo Prodi.

Il peggio rimane il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha risposto a un contestatore italiano, in una strada di New York, sotto gli occhi esterrefatti dei poliziotti americani, dandogli del pedofilo e mostrandogli mezzo di lingua.

Ancor più peggio del peggio è l’uso, ormai invalso tra i politici, di alzare il dito medio della mano in segno di sfregio, pessima e volgare abitudine diffusa in Italia dalla televisione e dai film e telefilm americani. Lo ha fatto, sempre Berlusconi, nel 2005 a Bolzano durante un comizio con Michela Biancofiore. Lo ha ripetuto il leader della Lega Umberto Bossi per ‘salutare’ l’inno di Mameli, e per questo fu anche indagato.