Fini perde pezzi, il Terzo Polo vacilla, Berlusconi gongola: ora vuole elezioni anticipate?

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 - 11:20 OLTRE 6 MESI FA

Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini

ROMA – Gianfranco Fini perde pezzi, Pier Ferdinando Casini teme per la stabilità del Terzo Polo, e chi gongola è Silvio Berlusconi. Le ultime fughe da Futuro e Libertà (Giuseppe Pontone e Roberto Rosso), quella annunciata (Luca Barbareschi) e almeno un’altra probabile (Adolfo Urso) hanno mandato in crisi la credibilità politica del presidente della Camera e hanno ridato fiato al presidente del Consiglio, che ora non disdegnerebbe il ritorno al voto. In questo scenario è emersa la preoccupazione del leader dell’Udc, che ha invece tutto l’interesse affinché Fini non perda troppo consenso: gli effetti potrebbero essere devastanti su tutta la coalizione nel caso di elezioni anticipate.

In un editoriale pubblicato sul Secolo d’Italia, Fini ha accusato Berlusconi di “comprare” deputati e senatori a suon di soldi e promesse di poltrone. E in effetti prima del voto di fiducia in Parlamento, l’ex esponente del Pd Massimo Calearo aveva parlato di una sorta di “tariffario” (che fossero assegni o mutui) con il quale il Pdl aveva convinto alcuni “indecisi” a salvare il governo. L’ex leader di Alleanza Nazionale però dovrebbe interrogarsi sulle accuse che gli piovono dai suoi “fedelissimi”: a Fini viene imputato di aver piazzato i suoi delfini (Italo Bocchino e Benedetto Della Vedova) nei ruoli che contano di Fli, sconentando l’ala “moderata” che vede tra i suoi capofila proprio l’ex vicemninistro Urso. Tradotto, vuol dire che a Fini viene imputato di non saper “fare politica”, (se per “ars politica” si intende l’arte della mediazione) e di non essere un buon capo (visto che il generale dovrebbe essere capace di tenere unito il proprio esercito).

Il fuggifuggi dei finiani ha fatto scattare il campanello d’allarme per Casini, che aveva puntato sul “cavallo” Fini come nuovo alleato elettorale. Un’emorragia di voti per Futuro e Libertà causerebbe, in maniera direttamente proporzionale, un calo di consensi e credibilità per tutto il Terzo Polo. Per questo sembra che Casini stia rifiutando di inglobare nell’Udc alcuni transfughi di Fli che stanno bussando alla sua porta. La strategia di Casini sarebbe chiara: non vuole indebolire troppo il suo alleato per non sfaldare il terreno sotto i piedi della coalizione.

Intanto però i sondaggi parlano di un calo costante di fiducia per l’alleanza Fini-Casini-Rutelli: se la flessione dovesse continuare, Berlusconi potrebbe cercare di approfittarne e buttarsi in contropiede, rilanciando l’idea delle elezioni anticipate che fino a qualche tempo fa lo terrorizzavano letteralmente. In uno scenario del genere (e con Casini che ha rifiutato la proposta di santa alleanza col Pd), le ipotesi di vittoria salirebbero sensibilmente per il Cavaliere.

Tanto più che, nelle ultime ora, le fila berlusconiane si stanno allargando ulteriormente: a sostegno del premier è già arrivato il “rientrante” Paolo Guzzanti. Tra i papabili ci sono invece la sudtirolese Helga Thaler e l’ex sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone (che aveva fondato il movimento Io Sud). Anche in quest’ultimo caso, potrebbe essere l’ennesima “pecorella smarrita” a tornare nell’ovile del presidente del Consiglio.