Immigrati, Fini: “Più rispetto ricordando quelli italiani”

Pubblicato il 14 Aprile 2010 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

Più rispetto per gli immigrati: è l’invitoo fatto dal presidente della Camera Gianfranco Fini, durante l’inaugurazione della mostra dedicata a don Luigi Guanella ‘E’ Dio che fa’ l’opera cristiana fortemente orientata verso l’aiuto ai deboli e agli indifesi, di quello che la terza carica dello Stato ha definito “prete di frontiera, sacerdote globale”.

Don Guanella, ha ricordato Fini, “ha saputo testimoniare il suo spirito evangelico attraverso le opere di educazione e di assistenza agli anziani, ai disabili, ai poveri e ai bambini abbandonati, incarnando la passione per il sociale, corroborata da un profondissimo senso di carita’ cristiana e di responsabilita’ nei confronti dei piu’ sfortunati”.

Durante il convegno a Montecitorio “Una giovane Costituzione, eleggibilità e partecipazione giovanile dal 1948 ad oggi”, promosso dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ed il Presidente del Senato Renato Schifani, Fini parla anche dei figli degli immigrati. Dice: la società in Italia sempre meno giovane “richiede certamente politiche a sostegno delle famiglie italiane e politiche mirate per i nuovi cittadini italiani figli della immigrazione”.

Nel corso dello stesso convengo la terza carica dello Stato ha affrontato anche l’ipotesi di abbassare l’età di elegibilità alla Camera e al Senato. Abbassare l’età minima per l’elettorato passivo ed istituire “quote arancioni”, ha analizzato, possono essere “non tanto un punto di arrivo ma un incipit” per discutere di una maggiore partecipazione delle giovani generazioni alla vita politica ed istituzionale.

“A mio avviso – ha aggiunto Fini – la vera essenza del dibattito deve ruotare intorno alla necessità che l’ordinamento giuridico-istituzionale non si limiti a prendere in considerazione il dato anagrafico (che è ovviamente transitorio) per la creazione di una ‘categoria protetta’, ma riconosca semmai, alle nuove generazioni un sempre più ampio coinvolgimento nella vita politica ed istituzionale del nostro Paese”.

“L’istruzione e la crescita professionale dei giovani” sono per il presidente della Camera “grandi sfide cui è possibile far fronte nella profonda consapevolezza che, senza un loro effettivo inserimento nel tessuto sociale e produttivo, diventa più difficile assicurare il fisiologico processo di ricambio della classe dirigente”.