Fini: il Pdl al nord non sia subalterno alla Lega

Pubblicato il 10 Febbraio 2010 - 18:19 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini lancia un messaggio al Pdl e lo esorta a non essere «subalterno» alla Lega nelle regioni settentrionali.

Nel corso della presentazione dell’ultimo numero di Charta minuta, bimestrale della sua fondazione FareFuturo, il presidente della Camera afferma: «Il Pdl al nord deve riconfigurare il suo rapporto con la Lega uscendo dalla subalternità, perché tra la copia e l’originale, si acquista l’originale. Non ci si può lamentare se l’elettore sceglie di conseguenza. Non si tratta di rompere l’alleanza, ma ci si divide là dove ci sono diverse sensibilità».

Fini ha quindi sottolineato che in Italia c’è un «egoismo diffuso» che mette a rischio la coesione nazionale. «Il problema non è la Lega – ha specificato – ma il modo di affrontare il divario tra Nord e Sud. Se uno pensa di fare una politica della coesione dicendo che darà al Sud più denari, sbaglia: è il modo migliore per far crescere l’insofferenza al Nord. Al Sud di denari ne sono arrivati fin troppi».

Correnti. Fini ha poi smentito le voci che lo vorrebbero ispiratore di una corrente all’interno del Pdl. «Se volevo fare una corrente, allora sarebbe stato meglio tenerci stretta An e il suo 12%, se no saremmo da ricovero».

Fini ha però respinto la logica del pensiero unico all’interno del partito: «In una fase post-ideologica, come si può pensare che ci sia ortodossia ed eresia? Sono finite le ideologie, ma non le idee».

Giovani. Il presidente della Camera ha parlato poi dei giovani: «Non è colpa dei giovani se restano in famiglia a lungo – ha detto – C’e’ chi liquida tutto come bamboccioni, ma il problema è un po’ più complicato, bisogna porsi il problema di coloro che sono oggi tra i più deboli e nell’elenco ci sono i giovani».