Fini: “Mangano non è un eroe, era un mafioso”
Secondo Gianfranco Fini ”Mangano non è un eroe, è un cittadino italiano condannato per mafia con sentenza definitiva. Gli eroi sono quelli che si sacrificano per lo Stato”. Il presidente della Camera, che ha partecipato alla marcia del popolo delle ”agende rosse” a Palermo in ricordo del giudice Paolo Borsellino, ha così contraddetto la definizione che il senatore Pdl Marcello dell’Utri diede dello “stalliere di Arcore”.
I manifestanti hanno ringraziato Fini per la sua presenza, intervallando il colloquio con il Presidente della Camera con slogan come ”Fuori la mafia dallo Stato”. Secondo quanto riferito dall’Ansa Fini sarebbe stato inizialmente contestato dal popolo delle “agende rosse”, poi avrebbe “recuperato” grazie alla sua uscita contro Mangano.
Secondo Fini dietro l’omicidio del giudice Borsellino potrebbero esserci anche apparati statali “deviati”: ”Oggi è ancora più doveroso essere impegnati perché sta emergendo da Caltanissetta che in via D’Amelio non fu solo mafia”.
Il presidente della Camera ha poi spiegato: ”Bisogna fare tutto quello che è possibile per individuare eventuali collusioni e complicità. E’ un dovere assoluto che va al di là di ogni divisione politica”.
Fini ha anche detto che ”sapere che sulle indagini sulle stragi ci sarebbero stati depistaggi mi suscita indignazione. Chiunque crede nelle istituzioni si indigna quando apprende che c’è del vero in questo. Molto va ancora chiarito ma questo è compito della magistratura”.
Anche a Palermo Fini ha ribadito il proprio impegno nel modificare il testo della “legge bavaglio” sulle intercettazioni: ”Lo vedete cosa sto facendo…”.
Con questa risposta laconica il presidente della Camera ha chiarito la propria posizione ad alcuni manifestanti del comitato delle ”agende rosse”, presenti in via D’Amelio, che gli chiedevano di impedire l’approvazione del disegno di legge sulle intercettazioni.